Le bizzarrie meteorologiche infuocano il dibattito sulla speculazione sui prodotti agricoli. In particolare, la siccità e le temperature eccezionalmente alte, che hanno colpito la Russia e il Kazakhstan, insieme alle forti piogge registrate in Canada, hanno fortemente limitato la produzione mondiale di grano. Nell’ultimo World Agricultural Supply and Demand Estimates, pubblicato il mese scorso dal Dipartimento dell’agricoltura statunitense, l’outlook per l’offerta globale di grano nel 2010 è stato rivisto al ribasso dell’1,1%. Queste previsioni hanno spinto il prezzo del frumento a registrare tassi di crescita pari a quelli dei primi anni ’70, quando l’Unione Sovieta assorbì quasi tutto l’eccesso di produzione degli Stati Uniti.
Il peggioramento delle previsioni e il conseguente balzo del prezzo del grano hanno risvegliato l’interesse speculativo del mercato. Il volume di trading relativo all’unico Etc (Exchange traded commodities) disponibile su Borsa Italiana che replica il prezzo del frumento, Etfs Wheat, è balzato nelle ultime settimane e l’Etc ha guadagnato circa il 27% nel mese di luglio.
Il prezzo non è tutto
Come spiega Ben Johnson, analista Morningstar, in una recente nota, l’andamento di questo Etc non dipende solo da quello del grano. Il benchmark replicato è il Dow Jones-UBS Wheat Sub-Index, che fornisce un’esposizione ai contratti future sul prezzo del grano negoziati sulla Borsa di Chicago. Le fonti di rendimento sono tre: lo spot price (il prezzo di mercato), il roll return (il rendimento che deriva dalla sostituzione del contratto future in scadenza) e il collateral return (il ritorno generato dal collaterale). Il recente rally è stato trainato dallo spot price, ma Johnson consiglia di prendere in considerazioni anche le altre voci.
L’indice sostituisce i contratti future quattro volte l’anno. Alla fine di agosto, ad esempio, dovrà liquidare il contratto di settembre (vendita) e acquistare quello di dicembre. In data 4 agosto, il contratto future sul grano di settembre è scambiato a 708 dollari, mentre quello di dicembre a 742. A questi prezzi, l’indice andrebbe incontro ad una perdita del 4,8%. Questo è l’effetto chiamato in gergo tecnico “contango”, ovvero quando il future in vendita vale meno di quello comprato.
In questo contesto, ci sono due possibilità. La prima è che il prezzo del frumento continui a salire compensando la perdita dovuta al “contango”. La seconda è che il rialzo del primo non sia sufficiente a colmare il divario.
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