Anche i mercati finanziari iniziano a fare i conti con il peggior terremoto della storia del Giappone e con l’allarme nucleare. A Tokyo l’indice Nikkei225 e il più generale Topix hanno perso il 6,2%. Il risultato, dopo quello che il primo ministro Naoto Kan ha definito il disastro peggiore dopo Hiroshima, sarebbe stato peggiore se non ci fosse stato l’intervento della Banca centrale giapponese che ha lanciato un programma di sostegno economico da 15mila miliardi di yen (oltre 131 miliardi di euro).
Le Borse sono riamaste tutte aperte anche se, durante la seduta, si sono verificati dei blocchi dovuti alle discese eccessive. I titoli legati all’energia (soprattutto atomica) hanno registrato crolli anche superiori al 16%. Tokyo Electric Power, che gestisce l’impianto di Fukushima (quello in cui per il momento si sono verificati i danni peggiori) non è stata nemmeno ammessa alle contrattazioni. In calo anche i titoli legati alle assicurazioni e quelli dei grandi costruttori di auto che hanno visto distrutta buona parte della produzione. La BoJ ha anche deciso di vendere yen sul mercato nel tentativo di indebolire la valuta ed aiutare le esportazioni. In generale, l’indice Msci dell’Asia è sceso del 2,8%.
L’Europa ha paura dell’atomo
Nel Vecchio continente, partenza negativa per i principali indici. A schiacciare i listini sono soprattutto i titoli delle compagnie di assicurazione e riassicurazione. Giornata nera anche per le utility, soprattutto quelle che hanno in campo operazioni nel campo nucleare, su cui pesano le richieste arrivate da ogni parte del mondo di una revisione degli impianti a uranio. Dal fronte macro oggi sono attesi i numeri relativi alla produzione industriale dell’area Euro.
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