L’altra trappola del dividendo

La ripresa economica può giocare brutti scherzi ai fan del dividendo. I nostri analisti consigliano di preferire i titoli che promettono maggiori margini di crescita ai classici high-yield.  

Francesco Lavecchia 17/05/2013 | 12:49
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Nel lungo periodo, occhio agli high yield. I titoli ad alto dividendo rimangono ancora una buona soluzione per i delusi dai bassi rendimenti dei bond, ma con la ripresa del ciclo economico potrebbero lasciare l’amaro in bocca. Il contesto macro, infatti, è in evoluzione: i tassi di interesse, già ai minimi storici, sono calati ulteriormente dopo l’ultimo taglio operato dalla Banca centrale europea e dalla massiccia iniezione di moneta da parte della Bank of Japan, ma i segali di ripresa iniziano a vedersi e le Borse non risentono più dell’instabilità prodotta dalla crisi del debito sovrano in Europa.

L’alto dividendo va in cantina
Il consiglio di Josh Peters, analista di Morningstar e redattore del magazine Morningstar DividendInvestor, è quello di investire in titoli high yield in maniera oculata, specie se l’orizzonte temporale è di lungo periodo. Il rischio, in questo momento, non è quello di rimanere incastrati nella “trappola” del dividendo (la situazione che si presenta quando si prende posizione sul titolo per beneficiare del dividendo e si resta poi intrappolati nel tentativo di recuperare le successive perdite in conto capitale del) ma al contrario di non sfruttare al massimo l’euforia dei mercati quando l’economia globale consoliderà la sua ripresa. Fermo restando che i titoli dei comparti più difensivi come ad esempio quelli delle utility, delle telecomunicazioni o del tabacco, garantiscono dividendi molto generosi proprio in ragione della loro capacità di generare flussi di cassa stabili nel tempo, il beneficio che questi potranno trarre da un contesto macro favorevole, sia in termini di crescita dei fondamentali che di apprezzamento sui listini, sarà limitato. Come limitati sono stati su di loro gli effetti della crisi economica. La preferenza degli investitori, quindi, andrebbe accordata a quelle società che, sebbene abbiano un dividend yield inferiore alle prime, sono maggiormente dipendenti dal ciclo economico.

Bancari ed energetici in portafoglio
Nella sua short list Peters inserisce i titoli degli energetici diversificati, operanti sia nella produzione che nella distribuzione di energia, e quelli del comparto bancario. Per i primi, e in particolare per le società europee come GDF Suez ed Enel, la ripresa dell’economia coinciderà con la risalita del prezzo dell’energia e del gas naturale e quindi con la crescita dei loro utili. Questo avrà un impatto positivo sulle loro quotazioni di mercato, ora inferiori di circa il 30% rispetto alla nostra stima del prezzo obiettivo, e sulla crescita dei dividendi futuri.

Relativamente ai titoli bancari, invece, le prospettive sono di più lungo periodo e legate all’andamento della congiuntura e dei tassi d’interesse. Una scelta di questo tipo potrebbe riguardare ad esempio la spagnola Banco Santander. Non appena l’economia europea uscirà dalla crisi, la Bce ritoccherà i tassi d’interesse e questo avrà un forte impatto sulla profittabilità dell’istituto spagnolo. La risalita degli utili permetterà all’istituto spagnolo di mantenere un elevato dividend yield, già ora attorno al 9%, e contribuirà a trainare il prezzo del titolo che ora è scontato del 20%. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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