Le buone notizie per le banche arrivano dall’Europa. In un contesto macreconomico che, a livello mondiale, continua a restare difficile l’indice Msci del settore nell’ultimo mese ha guadagnato il 10,3%, portando a +20% la performance da inizio anno.
Merito, spiegano gli operatori delle strategie messe in campo dal Vecchio continente per evitare il propagarsi della crisi del debito che colpirebbe prima di tutti gli altri il comparto finanziario globale. Fra le ultime strategie messe in campo, c’è la decisione di far slittare gli stress test sulle banche della Ue al 2014. Prima, infatti bisognerà verificare la qualità degli attivi degli istituti. La comunicazione è stata mandata dalla European banking association alle autorità di controllo nazionali. “Mentre la posizione patrimoniale delle banche si è significativamente rafforzata, la valutazione qualitativa degli attivi potrà aiutare a dissipare le preoccupazioni sul loro deterioramento dovuto alle condizioni macroeconomiche in Europa” ha spiegato l’Eba. La valutazione degli attivi, dovrà essere condotta assicurando un allineamento delle metodologie da condurre, in vista del sistema di vigilanza bancaria unica, sotto l’egida della Bce. “Restano preoccupazioni sulla qualità degli asset che devono essere fronteggiate", ha detto l’Eba. “Questa è la precondizione per la credibilità del prossimo stress test a livello Ue”. Non è ancora stata fissata una data precisa per i test né le modalità con cui verranno svolti.
Regole per le banche
Nel frattempo le autorità del Vecchio continente non stanno ferme. La nuova legislazione approvata dal Parlamento europeo ha introdotto un tetto ai bonus bancari per limitare l’assunzione di rischi speculativi e ha rafforzato i requisiti patrimoniali. Tutto per aiutare le banche ad affrontare meglio le crisi e provare a facilitare la supervisione bancaria. Questo pacchetto di riforme dovrebbe anche stimolare la crescita, rendendo più facile la concessione da parte delle banche di prestiti alle piccole imprese che sostengono l’economia reale. Per frenare la speculazione e incoraggiare le banche a concedere prestiti all'economia reale, ad esempio, i bonus bancari dovrebbero essere basati su un rapporto stipendio/bonus di uno a uno (o al massimo uno a due) previa approvazione di almeno il 66% degli azionisti che possiedono la metà delle azioni, o del 75% dei voti, se non vi è quorum. Le banche europee saranno tenute a mettere da parte almeno l’8% del capitale (in contanti, obbligazioni, azioni o prestiti), come cuscinetto per i momenti difficili. Almeno la metà di questo deve essere di tipo cosiddetto Tier 1, (il tipo di capitale di più alta qualità e minor rischio). Per incoraggiare le banche a concedere prestiti alle piccole e medie imprese, le nuove norme ridurranno il rischio nominale che si deve assegnare a questi prestiti. Ciò riduce a sua volta la quantità di capitale che deve essere messa da parte per coprire i prestiti suscettibili di diventare "cattivi", rendendo così disponibile più capitale per il prestito.
Nuova scure sull’Italia
Nel frattempo è arrivato un colpo di scure sulle banche italiane. L’agenzia Moody’s ha tagliato il rating di 26 istituti. I giudizi sulle banche italiane “sono adesso tra i più bassi nei paesi dell’Europa avanzata e riflettono la vulnerabilità di queste banche a contesti operativi sfavorevoli in Italia e in Europa”, spiega una nota dell’agenzia. Gli outlook per tutte le banche interessate dal taglio di rating sono negativi. Tra le prime cause della decisione c’è il ritorno dell’Italia in recessione e le misure di austerità del governo, che hanno ridotto la domanda economica nel breve termine. Il downgrade ha interessato - a vario titolo e con diverse intensità di taglio - tra gli altri Unicredit, Intesa Sanpaolo e Monte dei Paschi.
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