Morningstar da questo mese lancia una nuova rubrica e vi conduce in un itinerario tra i dati dei fondi pensione. Analisi e articoli di approfondimento spiegheranno il complesso mondo della previdenza complementare in termini di flussi e di performance. L’obiettivo è quello di accrescere le informazioni a disposizione dei lavoratori-investitori, in un settore che ha ampi margini di miglioramento in termini di trasparenza.
Prevalgono i bilanciati
Iniziamo con il conoscere quante e quali categorie Morningstar esistono per i fondi pensione aperti. A livello macro ce ne sono cinque (Azionari, Obbligazionari, Bilanciati, Garantiti e Monetari). Scendendo un po’ più nel dettaglio, i bilanciati si distinguono in aggressivi, prudenti e moderati e gli obbligazionari in globali ed europei. I fondi pensione per loro stessa natura hanno ragione di essere sottoscritti con un’ottica di lungo periodo e quindi è necessario guardare al loro rendimento con un track record di almeno tre anni.
L’analisi Morningstar (elaborata sui dati resi noti dalle società di gestione) si è concentrata sulle linee con almeno tre anni di vita, dal momento che si tratta di strumenti di investimento di lungo periodo. I dati mostrano una prevalenza di bilanciati (136), in particolare appartenenti alla categoria dei moderati.
Come si può vedere dalla tabella la quasi totalità dei fondi obbligazionari (50 su 51) sono specializzati sui titoli di stato europei e solo uno è globale. Gli azionari, invece, sono tutti concentrati sulle Borse mondiali.
Guardando al rendimento, possiamo notare come i fondi pensione aperti che mediamente in tre anni hanno reso di più sono stati quelli azionari con il 4,54% annualizzato. La performance si spiega con il positivo trend delle Borse. Allungando l’orizzonte temporale, entrano in gioco le diverse fasi del ciclo dei mercati. In particolare, sui cinque anni pesa la recente crisi creditizia e del debito sovrano. Per contro, le linee obbligazionarie hanno beneficiato dell’andamento del reddito fisso e della ricerca di sicurezza da parte degli investitori. Il rendimento medio annualizzato nel quinquennio risulta del 3,3% (contro l’1,5% degli azionari) . Per le stesse ragioni, le diverse categorie di bilanciati hanno performance assai differenti nei vari orizzonti temporali, con i prudenti che hanno la meglio nel medio-lungo periodo.
I top per performance
Ordinando i fondi pensioni aperti per rendimento migliore a inizio anno e a tre anni (i rendimenti sono calcolati in euro e aggiornati agli ultimi dati disponibili del 30 aprile 2013), quelli che guadagnano la medaglia sono Arca Previdenza Alta Crescita tra quelli azionari, Unicredit Previdenza D-T 2020 tra gli obbligazionari e Axa Mps Previdenza in Azienda Sviluppo tra i bilanciati.
Il fondo di Arca Previdenza da inizio anno ha avuto un rendimento di 10,35%, il migliore della categoria (il fondo è anche il migliore a tre anni +6,99%). Il suo patrimonio viene investito prevalentemente in titoli azionari avendo come riferimento l’indice Msci globale. La strategia presenta un grado di rischio alto, tipico dell’investimento in equity, adatta a coloro che hanno un orizzonte temporale di lungo periodo.
Il miglior bilanciato, gestito da AXA Mps Assicurazioni Vita, da gennaio a fine aprile 2013 ha ottenuto l’8,73% e nei tre anni il 6,87% annualizzato. Il fondo, che appartiene alla categoria dei moderati, si adatta a coloro che sono disposti a veder rivalutato il capitale investito nel lunghissimo periodo, accettando risultati caratterizzati da alta volatilità nel breve e che hanno un’aspettativa di vita lavorativa non inferiore ai 30 anni.
Infine, il migliore fondo pensione obbligazionario per rendimento a tre anni, gestito da Pioneer Investment management, è un obbligazionario Europa dinamico, investito principalmente in titoli di stato, adatto a lavoratori che andranno in pensione tra il primo gennaio 2020 e il 31 dicembre 2024.
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