Quello di educatore finanziario è il ruolo meno conosciuto del promotore, ma destinato a crescere con l’affermarsi della consulenza. Soprattutto in Italia, dove il livello medio di cultura finanziaria degli investitori rimane tra i più bassi dei paesi sviluppati. Nella classifica dell'ultima edizione del World Competitiveness Index elaborato dall'Imd, il Belpaese al 44° posto al mondo in materia di diffusione dell'educazione finanziaria e all'ultimo tra i paesi del G8.
A scuola, l’economia non si insegna
Le ragioni vanno ricercate nella scarsa presenza scolastica di rudimenti di economia e finanza e nella diffusa cultura assistenziale. Quest’ultimo aspetto è diventato più urgente nell’ultimo decennio, caratterizzato dal susseguirsi di riforme delle pensioni, che hanno reso insufficiente l’assegno pubblico. Eppure si sente spesso dire che alla pensione “ci penserà lo Stato” e non è solo un luogo comune. Secondo un'indagine Doxa fino ai 40 anni, i lavoratori non pensano concretamente a una forma previdenziale integrativa.
Voglia di sapere
Per i professionisti degli investimenti si aprono dunque nuove modalità di relazione con il cliente, sempre più lontane dal concetto di vendita di prodotti finanziari. La domanda di cultura non manca. Secondo la Fondazione Rosselli, nel 2012 l’ambito in cui i clienti hanno chiesto maggiore formazione e condivisione di competenze ai loro consulenti è stato quello degli investimenti e del risparmio (per il 77% del campione), mentre interessa meno avere supporto per quanto riguarda mutui, prestiti e conti correnti.
Il tema è stato affrontato dall’Efpa Italia, l’organizzazione che certifica i consulenti finanziari, nella conferenza annuale che si è tenuta recentemente a Riva del Garda. “Ogni giorno dobbiamo investire tempo e risorse per approfondire la nostra conoscenza e l’educazione finanziaria dei nostri clienti", ha esordito Sergio Boido, presidente dell’ente, spiegando che “è sintomo inequivocabile della volontà e della lungimiranza di un professionista del risparmio gestito nel crescere e aumentare la competenza in un Paese che gioca un ruolo attivo nel contesto di globalizzazione attuale”.
Professionisti certificati
Quale deve dunque essere il rapporto con il cliente? Efpa Italia ha svolto un’indagine in collaborazione con Gkf Eurisko sul ruolo dei consulenti finanziari, dal quale è emerso che il dialogo con il cliente parte dagli obiettivi e dai progetti di vita, prima ancora che dalle regole da seguire per una buona gestione del proprio investimento. Non si può prescindere dal collocare correttamente la propria posizione nel contesto economico e di mercato, per formulare poi una proposta di investimento.
La certificazione, che è sinonimo di costante formazione, dà valore aggiunto al rapporto con il cliente. Sempre secondo l’indagine, essa permette di stabilire un rapporto con il cliente dinamico e in continuo rinnovamento, perché basato sugli obiettivi, il monitoraggio e la revisione periodica del portafoglio. Temi cruciali quali la diversificazione, la gestione del rischio, la pianificazione finanziaria e l’orizzonte di investimento sono parte del bagaglio di competenze di un consulente finanziario preparato e possono davvero fare la differenza nell’aumentare la cultura del risparmio degli investitori.
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