L’andamento in Borsa del titolo non deve ingannare gli investitori: agli attuali prezzi di mercato Telecom Italia è un’occasione da non perdere. Il titolo della società italiana ha toccato i suoi minimi storici e da inizio anno ha perso il 22%, contro un +11% del Ftse Mib (dati al 13 agosto 2013).
Il mercato sconta i negativi dati del primo semestre, che hanno evidenziato un calo dei ricavi (-7%) e del margine operativo (calato dal 21% al 2,6% dello scorso anno) e una crescita del debito netto (pari al totale dei debiti a breve e a lunga scadenza, al netto della liquidità di cassa) che ora sfiora i 30 miliardi. Ai cattivi dati di bilancio si aggiungono il declassamento di Fitch, che ha abbassato il rating delle obbligazioni della società italiana a un passo dal livello “spazzatura” (BBB-), e la richiesta di un risarcimento di un miliardo di euro per abuso di posizione dominante avanzata da Vodafone Italia.
Sull’America latina pesa l’effetto valuta
I nostri analisti, pur evidenziando gli ultimi deludenti risultati, sono però fiduciosi dei margini di miglioramento del gruppo e inseriscono il titolo Telecom Italia tra le loro migliori idee di investimento assegnandogli un rating di cinque stelle. La performance ottenuta in America latina lascia l’amaro in bocca: Brasile e Argentina, rimasti ormai gli unici mercati ancora in crescita per il gruppo italiano, hanno risentito del deprezzamento delle valute locali nei confronti dell’euro, così a cambi costanti i ricavi prodotti in Brasile hanno registrato un calo del 3% (+7,1% in valuta locale), mentre quelli in Argentina sono saliti solo del 3,7% (+22,5% in valuta locale). Il risultato negativo sul mercato interno (-10,4%) è invece da ricondurre al calo degli utenti, sia nel segmento di rete fissa che di quello mobile, e all’adozione da parte dell’Italia delle direttive Ue che prevedevano un taglio delle commissioni MTR (costi attribuiti all’utente per chiamate fatte fuori dalla rete della propria compagnia di telefonia mobile), che ha comportato una riduzione di questa voce di ricavo del 72%.
Le ragioni per essere ottimisti
I motivi di ottimismo sono invece legati alla volontà del management di percorrere nuove strade per creare valore per gli azionisti. Tra queste c’è anche l’idea di cedere una quota delle sue attività nel segmento di telefonia mobile, soluzione che a nostro avviso potrebbe facilitare l’approvazione da parte dell’Authority per le telecomunicazioni della fusione con 3 Italia. In generale, operazioni di questo tipo (ossia tra società che operano nello stesso mercato) tendono a creare valore in quanto permettono ai due soggetti di produrre sinergie a livello operativo e di combinare le due reti. Ad ogni modo, la dismissione di quote nel segmento di telefonia mobile o la vendita in tutto o in parte dell’infrastruttura di rete fissa al Governo italiano, permetterebbe a Telecom Italia di attenuare il gravoso problema del forte indebitamento.
Prezzo obiettivo a 1,2 euro
Brasile e Argentina continueranno a crescere in doppia cifra anche nel 2013 e promettono di spingere il fatturato anche nei prossimi anni, nonostante l’indebolimento delle valute locali ridurrà il loro effetto sui ricavi totali, mentre l’effetto negativo del taglio dei costi di terminazione sul segmento mobile in Italia dovrebbe esaurirsi quest’anno. I nostri analisti stimano una crescita piatta per i prossimi cinque anni con una ripresa più marcata a partire dal 2015. Il margine operativo registrerà un lievissimo miglioramento, raggiungendo nel 2017 il 21,8%, risultato molto distante dal 44% del 2005. Alla luce di queste previsioni il prezzo obiettivo stimato dai nostri analisti è di 1,2 euro e la loro raccomandazione è quella di comprare.
Per leggere l'analisi completa su Telecom Italia clicca qui.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.