La ripresa fa capolino anche sul Belpaese, ma a guastare la festa di Piazza Affari ci pensano Federal Reserve e tensioni politiche. L’indice Msci Italy nell’ultimo mese (fino al 27 agosto e calcolato in euro) ha segnato +1,7%, portando a +0,37% il guadagno da inizio anno, ma il risultato sarebbe stato di gran lunga migliore senza le recenti turbolenze, che hanno fatto perdere alla Borsa di Milano oltre il 4% in 15 giorni. All’incertezza sulla decisione della Federal Reserve circa il ridimensionamento del suo intervento sul mercato monetario, hanno fatto seguito i timori per la possibile caduta del Governo Letta e l’annuncio dell’intervento militare in Siria. Questi fattori hanno vanificato l’effetto positivo prodotto dalla situazione congiunturale che, seppur difficile (nel secondo trimestre 2013 il Pil è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e del 2,0% nei confronti dello stesso periodo del 2012), manda qualche segnale di miglioramento.
A giugno l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali è aumentato dello 0,3% rispetto al mese precedente (anche se è diminuito dello 0,7% nei confronti di giugno 2012). I prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno sono cresciuti dello 0,4% rispetto a maggio mentre sono calati dello 0,7% su base tendenziale. Al netto del comparto energetico non si sono registrate variazioni sul mese precedente, mentre l'incremento tendenziale è stato dello 0,5%. I prezzi dei beni venduti sul mercato estero segnano una diminuzione dello 0,1% rispetto al mese precedente, con una stabilità degli indici sia per l’area euro sia per quella non euro. In termini tendenziali si registra una diminuzione dello 0,6% (-1,2% per l’area euro e variazione nulla per quella non euro). A giugno la produzione industriale è aumentata dello 0,3% rispetto al mese precedente (indice destagionalizzato) ed è calata del 2,1% rispetto allo stesso mese del 2012.
L’occupazione cerca lo spunto
Qualche movimento si avverte anche sul mercato del lavoro. C’è stato un leggero calo della disoccupazione a giugno, con il tasso che si è attestato al 12,1% (-0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente). Rimane grave la situazione giovanile, con un tasso di senza lavoro del 39,1%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,6 punti nel confronto tendenziale. Sempre a giugno l'indice orario delle retribuzioni contrattuali è aumentato dello 0,2% rispetto al periodo precedente e dell'1,5% nei confronti di giugno 2012. Complessivamente, nei primi sei mesi del 2013 la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Un po’ di luce, ma il tunnel non è finito
“Le proiezioni sull’andamento del Pil nel 2013 sono state riviste al ribasso rispetto a quanto prefigurato in gennaio (da -1,0 a -1,9%, sia pur circondate da ampia incertezza), analogamente alle recenti valutazioni di altre istituzioni”, spiega l’ultimo Bollettino della Banca d’Italia. “La revisione è attribuibile all’andamento dell'attività economica nella prima metà dell’anno, inferiore a quanto previsto in gennaio per effetto soprattutto del rallentamento degli scambi internazionali e del protrarsi delle tensioni sul mercato del credito che hanno ritardato l’uscita dalla fase recessiva”.
Qualche spiraglio, però non manca. Secondo Via Nazionale, infatti, l’attività economica si potrebbe stabilizzare alla fine di quest’anno. La ripresa si potrebbe poi rafforzare nel 2014, con una crescita dello 0,7%, grazie all'accelerazione degli scambi con l'estero e al graduale recupero degli investimenti produttivi. Questi ultimi sarebbero favoriti dal miglioramento delle condizioni di liquidità delle imprese, associato agli effetti dello sblocco dei pagamenti dei debiti commerciali delle amministrazioni pubbliche.
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