Gli Etf (Exchange traded fund) hanno aperto le porte della Cina agli investitori di tutto il mondo. Secondo i dati contenuti nella Morningstar’s Guide to investing in Chinese equities via Etf, sono 98 i prodotti quotati nelle piazze finanziarie internazionali che danno un’esposizione pura ai titoli dell’ex celeste impero, per un patrimonio in gestione pari a 28 miliardi di dollari (dati al 30 giugno 2013). A questi si aggiungono 61 replicanti azionari domiciliati nel Paese asiatico e disponibili per gli investitori locali.
Come spiega Ben Johnson, direttore della ricerca globale sui fondi passivi di Morningstar, “Negli ultimi anni, il governo cinese è diventato più disponibile ad aprire il mercato agli stranieri. L’aumento di investitori istituzionali autorizzati all’acquisto delle azioni domestiche in valuta locale (i cosiddetti RQFII) e, di conseguenza, di Etf di questo tipo, ha accresciuto la presenza di soggetti esterni sul mercato delle A-Share (azioni quotate a Shanghai o Shenzhen)”.
Poco Shanghai
Gli operatori asiatici sono i più attivi, mentre in Europa l’offerta è limitata. Gli Etf specializzati sulla Cina sono 23, di cui sei quotati anche in Borsa italiana. Gli indici più comunemente replicati sono: Msci China, Hang Seng China Enterprises, Ftse China 25, Csi 300, e Dow Jones China Offshore 50. Tra questi solo il Csi dà un’esposizione alle azioni di tipo A, gli altri contengono titoli quotati a Hong Kong. A livello di diversificazione, il Ftse China 25 è il più concentrato con soli 25 nomi e i primi tre che pesano per circa il 30%, mentre Msci China e Csi sono i più ampi con rispettivamente 137 e 300 posizioni. La maggior parte degli Etf azionari Cina quotati in Europa adotta la replica sintetica. Il Ter (total expense ratio) è compreso tra 0,50% e 0,74% annuo.
Istruzioni d’uso
Un investitore può utilizzare questi Etf in diversi modi. Chi ha una visione positiva di lungo termine sulla Cina può impiegarli in una strategia buy&hold (compra e tieni in portafoglio), in quanto rappresentano uno strumento relativamente poco costoso, che dà un’esposizione stabile e passiva al mercato. In tal caso, spiegano gli analisti di Morningstar, è bene considerare i costi: più sono bassi, maggiori sono le probabilità di avere buoni rendimenti nel lungo periodo.
Un'altra modalità di utilizzo sono gli arbitraggi tra le azioni A e H delle società quotate sia a Shanghai sia ad Hong Kong. Le cause delle differenze di prezzo sono legate alla regolamentazione, al diverso appetito per il rischio degli investitori (locali e internazionali), alle attese di rendimento e al fuso orario. Chi vuole trarre vantaggio da tali discrepanze, tuttavia, deve impiegare gli Etf che quotano a valori molto vicini al Nav (net asset value).
Occhio al fuso
I principali fattori di rischio nell’acquisto di un Etf azionario Cina sono rappresentati dal fuso orario, dalla concentrazione settoriale, in particolare sui finanziari che rappresentano tra il 30 e il 60% degli indici, dalla volatilità tipica dei mercati emergenti e dai vincoli normativi (ad esempio, per i limiti posti all’oscillazione dei prezzi delle azioni di tipo A). Altri fattori da tenere in considerazione sono la tassazione e la valuta (le A-Share sono denominate in renminbi, le altre in dollari di Hong Kong o altre divise).
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