A una pensione serena non ci arriva solo chi investe in strumenti previdenziali. Il trattamento previdenziale di scorta, un investitore può crearselo anche godendo della libertà e flessibilità tipiche dei fondi comuni. Quelli con la formula dei piani di rimborso programmato, ad esempio, in questo senso possono essere utili. Una sorta di Pac al contrario che prevede prima l'accumulazione del capitale e poi, una volta raggiunta una certa consistenza, una rendita personalizzata periodica. Nel frattempo, il capitale accumulato continua a variare in base all'andamento dei mercati finanziari.
La flessibilità delle diverse formule d'investimento e riscatto previste dai fondi comuni e la loro trasparenza, in termini di rendimenti, di costi e di trattamento fiscale ne fanno uno strumento interessante per i risparmiatori che pensano a integrare le entrate future, ma sono intolleranti ai troppi vincoli della riforma della previdenza integrativa. La qualità della gestione in un fondo fa la differenza e in termini di classi di investimento e strategie i fondi comuni e i comparti sicav offrono di più. La diversificazione offerta da questi strumenti si attua periodicamente con uno switch tra fondi, selezionando prima gli strumenti più aggressivi e via via sempre più prudenti e coerenti con la tolleranza al rischio del risparmiatore.
Ognuno ha il suo ciclo
Uno strumento valido che segue e rispetta il life cycle di ognuno sono i fondi target date (detti anche fondi obiettivo) che pur non essendo specificatamente strumenti previdenziali si caratterizzano per la capacità di ribilanciare il portafoglio nel corso del tempo coerentemente con le aspettative di vita e di rendita dell'investitore. Vantaggiosa è anche la possibilità di stimare un profitto a scadenza in considerazione dell'andamento del mercato. All’estero il patrimonio gestito in questo modo ha raggiunto cifre già importanti (più di 500 miliardi di dollari negli Usa).
Morningstar ha seguito il fenomeno statunitense dei target fund per valutarne l’efficacia in termini previdenziali e ha comparato i fondi che sospendono lo switch dell’asset allocation una volta entrati in età pensionistica con quelli che lo prevedono anche dopo. Gli analisti dicono che, in entrambi i casi, le probabilità di accumulare sufficienti risparmi sono le stesse, almeno fino a 85 anni. Dopo, cresce il rischio che il pensionato viva di più del piano di risparmio e quindi non ci siano mezzi sufficienti per mantenere un adeguato livello di qualità della vita.
Unici due nei
Da considerare ci sono poi la mancanza del contributo del datore di lavoro e dei vantaggi fiscali previsti per gli strumenti pensionistici classici. Due pecche controbilanciate dalla maggiore flessibilità, visto che si può disinvestire il capitale in qualsiasi momento, anche prima dell’età pensionabile, senza oneri.
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