“Gli dei ci creano tante sorprese: l’atteso non si compie e all’inatteso un dio apre la via”. Se è vero quello che scriveva Euripide nelle Baccanti, il futuro è un'incognita soprattutto per chi è (o sta per andare) in pensione: gente che magari ha pianificato il futuro con anni di anticipo e, all’improvviso, può trovarsi a dover gestire situazioni che non aveva preso in considerazione. A volte anche per semplice leggerezza.
Inflazione e cure mediche
“Una delle situazioni più evidenti, e forse proprio per questo quella che sfugge ai più, è legata all’inflazione”, spiega Charles Massimo, esperto di gestione previdenziale di CJM Fiscal Management. “Secondo alcune ricerche condotte negli Stati Uniti e in Europa, il 45% dei pensionati non tiene in conto l’effetto che l’aumento del costo della vita avrà sulla qualità del resto della loro esistenza. Solo il 5% di quelli che stanno per ritirarsi dal lavoro, invece, ha fatto una pianificazione finanziaria che va al di là della propria attesa di vita. In situazioni del genere è facile trovarsi a un certo punto dell’esistenza, senza i mezzi necessari per far fronte a eventi imprevisti”.
Fra questi rientrano senz’altro le spese mediche, che possono diventare una voce importante soprattutto se si considera l’età avanzata dei pensionati che, in molti casi, non godono più di ottima salute. “Per far fronte a queste esigenze può far comodo un’assicurazione sanitaria che copra in tutto o in parte le spese che una persona si trova ad affrontare”, spiega Christine Benz, responsabile dell’analisi sulla finanza personale di Morningstar. “Resta il fatto che è impossibile prevedere ogni singola esigenza. La cosa che si può fare, invece, è cercare di prepararsi a ogni possibile evenienza”.
Niente formule magiche
Per far fronte a questi imprevisti non esistono formule miracolose. “Le spese non previste devono essere anticipate e affrontate nello stesso modo in cui ci si comporta durante la vita lavorativa: tenendo una riserva di soldi da toccare solo in caso di emergenza”, continua Benz.
Un sistema che piace in America ma che, in Italia, potrebbe presentare qualche problema. Secondo un documento elaborato dalla Banca d’Italia nel febbraio di quest’anno, la crisi finanziaria ha comportato una riduzione della propensione al risparmio delle famiglie dello Stivale, accentuando una tendenza già in atto da almeno 20 anni. I dati della contabilità nazionale rilevano tra il 2008 e il 2010 una diminuzione significativa del tasso di risparmio delle famiglie: dal 12,1% al 9,7% del reddito disponibile lordo”, spiega il report. “Nel 1991 il tasso era più del doppio e pari al 23,8%. “In alcuni casi – e a seconda delle emergenze – si devono prendere provvedimenti duri”, dice Benz. “Le proprietà immobiliari possono essere una risposta. Chi ce l’ha può decidere di mettere a reddito una seconda casa o, se la situazione lo richiede, scegliere di vendere la prima”.
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