Punti chiave
- Gli Exchange traded product possono essere usati (da tutti) come strumenti di copertura, al posto dei contratti derivati, di solito usati dai gestori professionisti.
- Occorre fare però attenzione al meccanismo di reset giornaliero utilizzato dagli Etp short, cioè quelli che offrono il rendimento inverso del sottostante.
- Ecco gli Etp disponibili agli investitori italiani per coprire le posizioni consigliate da analisti e gestori per il 2014.
In gergo tecnico la chiamano “copertura di portafoglio” o “copertura del rischio”. In sostanza, è una strategia d’investimento che prevede di assicurarsi contro le proprie convinzioni. Detta così, potrebbe essere presa per schizofrenia, ma in realtà è solo una semplice tecnica per ridurre il rischio complessivo; una specie di assicurazione.
Come funziona? Semplice: decido di puntare forte su una determinata asset class, però, contemporaneamente, mi copro nel caso le cose non andassero proprio come sperato, acquistando uno strumento che mi faccia guadagnare se l’asset class prescelta scendesse invece di salire. Ovviamente, tra l’investimento scelto e la copertura, il rapporto non dev’essere di 50 a 50, altrimenti le due posizioni si annullerebbero a vicenda. Coprirsi è un modo per limitare le eventuali perdite. Il rapporto potrebbe essere 80 a 20, per esempio.
Gli strumenti preferiti dai gestori professionisti per coprire le loro esposizioni (azionarie, valutarie, su materie prime, ecc.) sono di norma i contratti derivati, in particolare le opzioni (clicca qui, per approfondire). Oggi, tuttavia, esistono anche strumenti molto meno complessi e alla portata di tutti, compresi gli investitori privati: gli Exchange traded product (Etp, acronimo che comprende Etf, Etc ed Etn).
Basandosi sulle previsioni generalmente condivise dagli operatori, ecco alcuni replicanti a disposizione degli investitori italiani che potrebbero venire usati nel 2014 per coprirsi, per macro aree.
Etf short per assicurare le proprie azioni europee
Sembra un coro unanime: l’azionario europeo è sottovalutato, è l’ora di comprare. Secondo la maggior parte di analisti e gestori, le valutazioni del Vecchio continente sono molto più attraenti rispetto a quelle degli Stati Uniti, e non si parla solo di Germania, anche se la raccomandazione è di puntare su titoli liquidi a larga capitalizzazione.
Per chi si volesse coprirsi dal rischio di discese, ci sono gli Etf short quotati su Borsa Italiana che potrebbero venire usati con questo scopo. Questo particolare tipo di replicanti guadagna quando l’indice sottostante perde; in pratica offre il rendimento inverso a quello del benchmark. Attenzione però, la natura del reset giornaliero (quello più usato) implica che il rendimento dell’Etf short sarà l’inverso del rendimento dell’indice solo su base giornaliera. Nel caso in cui il replicante venga tenuto in portafoglio per un lungo periodo, il rendimento inizierà a discostarsi dall’inverso dell'andamento del benchmark.
L’Amundi ETF Short EURO STOXX 50 Daily UCITS, il Lyxor Ucits Etf Eurostoxx 50 Daily Short e il db x-trackers Euro Stoxx 50 Short Daily UCITS replicano all’inverso l’indice Euro Stoxx 50, il quale raggruppa le cinquanta più grosse società dell’Unione europea (limite massimo per singolo titolo al 10%). Il settore finanziario è quello più rappresentato, tra il 22 e il 26% del totale, seguito dai beni di consumo (16-20%) e dai titoli industriali (10-12%). Le aziende francesi e tedesche rappresentano circa il 70% dell'indice, mentre quelle spagnole e italiane il 22%; il resto è distribuito tra altri otto paesi. Sanofi è il titolo più pesante, con una ponderazione del 6%, seguito daTotal e Siemens.
L’Amundi ETF Short MSCI Europe Daily UCITS, invece, restituisce il rendimento inverso dell’Msci Europe, formato da circa 440 azioni di larga e media capitalizzazione. L’indice copre approssimativamente l’85% del mercato europeo.
Scommessa emergenti
Sul futuro prossimo dei principali mercati emergenti, invece, i pareri sono eterogenei. Una cosa è certa, le valutazioni sono attraenti e molto più basse rispetto ai massimi di qualche anno fa. Dipenderà dalle decisioni della Federal Reserve, ma le opportunità non mancano, soprattutto in Asia. Per chi volesse puntare su un asset class dalle ottime potenzialità ma rischiosa come questa, potrebbe essere una buona idea coprirsi con gli Etf a disposizione.
Il db x-trackers MSCI EM Short Daily Index UCITS permette di ottenere la performance opposta a quella dell’indice Msci Emerging Markets, il quale copre circa l’85% della capitalizzazione totale dei mercati emergenti e comprende oltre venti paesi, che devono soddisfare dei criteri minimi di liquidità. I titoli vengono pesati secondo la capitalizzazione, tenendo conto del flottante. I paesi con peso maggiore sono la Cina, il Brasile, la Corea del Sud e Taiwan.
Il dilemma aurifero
Il vero grattacapo, per il 2014, sembra essere l’oro. Non c’è dubbio che il 2013 per oro e argento sia stato un annus horribilis; il primo ha lasciato sul terreno il 26%, mentre l’argento è crollato del 36%. A pochi giorni dalla fine dell’anno, sembrano esserci due diverse scuole di pensiero. Da un lato c’è chi crede che dopo 12 anni di rialzi l’inversione di rotta sia normale, e che anzi sia solo all’inizio. Dall’altro, invece, ci sono quelli che restano scettici sulle manovre non convenzionali delle banche centrali e quindi ritengono che l’oro costituisca ancora un’assicurazione nel caso di una perdita di fiducia nelle valute principali, il dollaro Usa su tutte.
A prescindere da come la si pensi sull’anno che attende il metallo giallo, l’offerta di Etc auriferi non manca, in un senso o nell’altro. ETFS Gold ETC, ETFS Physical Gold ETC e ETFS Gold Bullion Securities ETC, db Physical Gold ETC sono gli strumenti per cavalcare l’evoluzione del valore dell’oro fisico. L’ETFS Short Gold ETC, invece, guadagna se il prezzo del metallo giallo diminuisce, quindi potrebbe essere usato come copertura.
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