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La cedola non passa mai di moda

Le quotazioni sull'S&P500 sono alte. Ma le azioni che pagano alti dividendi, dicono gli analisti di Morningstar, continuano ad essere una buona scelta. Soprattutto per chi cerca aziende di qualità e vuole difendersi dai ribassi dei mercati. 

Marco Caprotti 14/01/2014 | 15:11
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Punti chiave

-Nonostante la crescita, i dividendi dell’S&P500 non sono ancora ai massimi.

-A livello settoriale, fra i titoli con la cedola più interessante non c’è più solo il pharma.

-Le valutazioni restano un elemento importante, ma in una situazione di prezzi generalmente alti non sono l’unico aspetto da considerare.

 

L’indice S&P500 continua a essere un ottimo terreno di caccia per chi cerca rendimenti da dividendi. E non importa, dicono gli operatori, se il paniere nel 2013 da questo punto di vista ha dato guadagni che non si vedevano da almeno un decennio. L’analisi storica dice che i massimi non sono stati ancora toccati.

“Il problema, semmai, è trovare titoli a prezzi interessanti che giustifichino un investimento con l’ottica di intascare i rendimenti da cedola”, spiega Gregory Warren, analista azionario di Morningstar. “Il paniere offre ancora opportunità interessanti. Anche perché molte aziende continuano ad aumentare il dividendo”.

Un esempio, fra gli altri, è Franklin Resources che ha incrementato la cedola trimestrale di 0,12 centesimi di dollaro: una crescita del 24% rispetto a quelli parziali del 2012. Il tasso di payout dell’intero indice è passato dai minimi storici del 2011 (29%) al 36%. “Il risultato, tuttavia, è ben al di sotto del 53% (medio) visto nel periodo dal 1946 al 1994, quando il rendimento da dividendo era quasi il doppio rispetto a oggi”, continua l’analista. “Questo significa che, rispetto ai valori odierni, c’è un margine di crescita potenziale del 40%”.

Oltre il pharma
A livello settoriale, il segmento con i rendimenti più interessanti è quello della salute (GlaxoSmithKline, Eli Lilly e Merck): una ennesima conferma del principio secondo cui le aziende del pharma sono quelle che, di norma, restituiscono più soldi agli azionisti con le cedole. “Ma rispetto al passato, quando le società farmaceutiche rappresentavano la quasi totalità dei dividendi più ricchi, oggi la situazione è più equilibrata”, dice Warren. Fra i segmenti da tenere d’occhio ci sono anche i beni di consumo difensivi (Philip Morris e Unilever) e l’energetico (Conoco Philips e Cenovus Energy).

I vantaggi del dividendo
“Negli anni scorsi la ricerca di buoni dividendi era considerata una delle strategie ideali per chi andava a caccia di rendimenti in uno scenario di crisi”, dice l’analista di Morningstar. “Anche se oggi le valutazioni, soprattutto sul mercato americano, non sono più interessanti come in passato non è il caso di abbandonare questa linea di comportamento. Specialmente in un momento in cui i rendimenti dei bond sono depressi e la corsa dell’azionario spinge a mettere in portafoglio aziende di qualità che possono essere tenute a lungo (spesso caratterizzate da buone cedole). Queste azioni sono anche in grado di fornire una buona protezione nei momenti di debolezza dei listini”. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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