SABMiller ha puntato sulle joint venture per sostenere la crescita. E l’esperienza di MillerCoor’s sembra darle ragione. L’azienda nata nel 2007 dall’accordo con la società statunitense Molson Coors, in base al quale le due società si legano nella gestione congiunta delle loro attività negli Usa, ha chiuso il 2013 realizzando un +5,5% del fatturato e un ulteriore miglioramento del margine operativo. Il livello dei margini di profitto, considerati i limitati volumi di vendita e la breve storia di questa unione, mostra la bontà del lavoro del management nel massimizzare le sinergie tra le due aziende e lasciano ben sperare per il processo di integrazione con il gruppo australiano Foster’s (acquisita nel 2011) e con Anadolu Efes in Russia, Ucraina e Turchia.
Numeri da leader
“Il gruppo britannico è il secondo produttore di birra al mondo, dietro a AB InBev che detiene una quota di mercato del 18%, e produce oltre il 60% del suo giro d’affari e oltre l’80% del suo utile operativo nei paesi in via di sviluppo e in quelli emergenti”, dice Thomas Mullarkey, analista azionario di Morningstar. “Ci aspettiamo quindi che questi accordi permettano a SABMiller di entrare in mercati in forte espansione senza per questo comprimere i margini di profitto per effetto dei maggiori costi operativi.”
I nostri analisti, inoltre, riconoscono all’azienda una forte posizione di vantaggio competitivo, evidenziata dalla capacità di generare rendimenti del capitale largamente superiori a quelli della media del settore. SABMiller, infatti, grazie a un portafoglio di marchi di valore e ai suoi elevati volumi di produzione, riesce a garantirsi un ampio mark-up sul prezzo di vendita dei suoi prodotti e a generare larghe economie di scala.
Le previsioni degli analisti
Nei prossimi cinque anni ci aspettiamo che il fatturato cresca a un ritmo del 4% circa e che il margine operativo salga dall’attuale 32% al 35,8% nel 2018. In base a queste previsioni, i nostri analisti stimano un prezzo obiettivo pari a 32 sterline, evidenziando un potenziale apprezzamento del 15% rispetto alle attuali quotazioni del mercato.
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