“Siate saggi, comprate l’indice”. Il consiglio è contenuto nell’ultima Lettera agli investitori spedita da Warren Buffett, uno dei più rispettati operatori finanziari del mondo (conosciuto anche come l’Oracolo di Omaha), presidente e amministratore delegato di Berkshire Hathaway ed è rivolto soprattutto agli investitori non professionisti.
Fai ciò che sai
“Molte persone non hanno come priorità nella vita la conoscenza delle prospettive di business di un’azienda”, spiega il documento che, nel corso degli anni è diventato una delle letture obbligate da parte degli operatori di Borsa, che ci trovano non solo indicazioni di acquisto, ma anche regole di comportamento sui mercati. “Se queste persone hanno la testa sulle spalle devono rendersi conto che non capiscono abbastanza di una determinata azienda e delle sue capacità di generare utili. L’obiettivo dei non professionisti non è quello di scegliere i vincitori. Invece, dovrebbero avere in portafoglio una serie di settori diversi che, insieme, promettono di fare bene. Un fondo poco costoso che segue un indice fa proprio questo lavoro”.
Non è la prima volta che Buffett sottolinea i vantaggi di non uscire dal proprio circolo di competenze. Una regola che lui è il suo partner, Charlie Munger, hanno sempre applicato anche a costo di perdere sostanziosi guadagni (come è successo con la bolla Internet di fine anni ’90). “Il sistema però funziona, visti i rendimenti che hanno avuto acquistando business che conoscono”, spiega Jason Stipp, analista di Morningstar. In ogni caso è curioso che un uomo che ha fatto dello stock picking la sua strategia professionale dica ad altri di non utilizzarla. “Ma ha tutti i motivi per farlo”, continua Stipp. “Buffett non vuole mettere in dubbio le capacità di una persona di imparare a valutare una società, quanto il carattere. Chi tutti i giorni per mestiere cerca aziende da comprare sa quali sono gli elementi da guardare e non si spaventerà se le cose, all’inizio, non andranno bene”.
Pensa come il capo
Per chi, nonostante faccia un altro lavoro, volesse lanciarsi nell’acquisto di azioni, Buffett ha comunque qualche consiglio. Il primo è di pensare come il capo dell’azienda. “Questo significa capire il valore fondamentale di quello che si vuole acquistare”, spiega l’analista di Morningstar. Il secondo suggerimento è di ricordare che il prezzo di Borsa spesso non equivale al valore reale di un’azienda. L’esempio portato da Buffett è quello di una fattoria. Questo tipo di attività è formato da silos, piantagioni, animali e il suo andamento dipende, in parte, dalle condizioni climatiche. Tutti elementi il cui andamento, tutto sommato, si può prevedere.
Le cose cambierebbero se la stessa fattoria avesse molti proprietari e le sue quote fossero scambiate su un mercato. Sarebbe sempre la stessa azienda e il suo valore intrinseco resterebbe immutato. Qualcuno, però, potrebbe volere delle quote in più e il valore delle altre salirebbe attirando l’attenzione di potenziali nuovi soci. Se alcuni proprietari decidessero di vendere, invece, le quote perderebbero di valore e per gli altri diventerebbe più difficile concentrarsi sui fondamentali. “Se ci si focalizza sui probabili andamenti di prezzo di un titolo che interessa, si fa della speculazione”, dice Buffett. “Non c’è niente di male. Io so, tuttavia, di non essere capace di fare della buona speculazione e dubito molto di chi mi dice che è sa farla con successo e a lungo”.
Chiedi consiglio
A volte, tra l’altro, anche essere l’Oracolo non basta per salvarsi dai cattivi affari. “Molti di voi probabilmente non hanno mai sentito nominare una società chiamata Energy Future Holding (Efh). Consideratevi fortunati, io in questo caso non lo sono stato”, scrive Buffett nella sua lettera. “La società è nata nel 2007 dall’unione di alcune aziende elettriche texane finanziata attraverso l’emissione di debito. Berkshire ha acquistato circa 2 miliardi di dollari di questa carta. Una decisione che ho preso senza consultarmi con Charlie. Questo è stato un grosso errore. Se il prezzo del gas naturale non salirà Efh quasi certamente nel 2014 andrà in bancarotta. L’anno scorso abbiamo ceduto le nostre posizioni per 259 milioni di dollari. Se fossimo ancora bondholder probabilmente incasseremmo almeno 837 milioni. La prossima volta sarà meglio che chieda consigli a Charlie”.
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