Valerio Baselli: L’Eurozona sta lanciando timidi segnali di miglioramento, i tassi d’interesse sono ai minimi storici e l’inflazione resta molto contenuta. Tutti fattori che, almeno in teoria, vengono in aiuto ai titoli di Stato emessi dai paesi europei.
Oggi ne parliamo con Cosimo Marasciulo, responsabile del portafoglio bond governativi di Pioneer Investments, e fresco vincitore di ben due Morningstar Awards. Il primo con il fondo Pioneer Euro Bonds e il secondo con il fondo Pioneer Euro Aggregate Bond. Inoltre, Pioneer ha vinto anche il Morningstar Award come miglior società per il reddito fisso nella categoria large.
Buongiorno Cosimo e grazie di essere qui.
Cosimo Marasciulo: Buongiorno a te.
Baselli: Anche se rimangono importanti differenze tra i paesi core e quelli periferici, la situazione europea sembra essere molto più equilibrata rispetto a quella che era 12-18 mesi fa. Qual è la tua valutazione sul momento attuale? E dove secondo te oggi si può trovare valore?
Marasciulo: Assolutamente più equilibrata e individuerei due fattori dietro questa maggiore stabilità. Il primo fattore è la Banca centrale europea, il famoso whatever it takes di Mario Draghi del 2012 sta ancora funzionando. Quindi, in un contesto di incertezza nel quale spesso gli investitori valutano appunto in maniera incerta l’operato delle Banche centrali come abbiamo visto con la Federal Reserve, la Bce gode al momento di una grandissima stima da parte degli investitori. Questo ci porta al secondo fattore: cioè quegli stessi investitori che avevano venduto titoli europei periferici per comprare mercati emergenti nel 2011, adesso stanno tornando. Quindi stiamo vedendo un riposizionamento dei portafogli internazionali verso i paesi periferici.
Come opportunità d’investimento bisogna essere a questo punto un po’ più critici, nel senso che è abbastanza difficile pensare che i paesi periferici possano avere i rendimenti che abbiamo visto nei passati 12 mesi. Quindi probabilmente assisteremo a un periodo in cui ci sarà un consolidamento nel livello degli spread tra la periferia e i paesi core. L’ultima fase di restringimento è stata guidata ancora una volta dalla Bce e dalle discussioni sul quantitative easing. Chiaramente quello è un fattore, che se dovesse avverarsi in Europa, potrebbe portare un ulteriore restringimento. Però dal punto di vista dei fondamentali per noi il grosso del restringimento c’è già stato.
Baselli: Ecco parlando appunto dei mercati periferici, la Grecia ha emesso pochi giorni fa un bond governativo a cinque anni, con un tasso di rendimento che sfiora il 5%, cosa che non avveniva dal 2010. Come giudichi tu questa notizia? Pensi possa essere una buona opportunità d’investimento?
Marasciulo: Decisione estremamente positiva, che asseconda questo trend simile a quello dell’Irlanda, di un paese che riesce di nuovo a emettere. Il punto rimane quello a cui facevamo riferimento prima, cioè se guardiamo le dinamiche del debito sul Pil della Grecia, vediamo una traiettoria ancora in aumento. Siamo abbastanza scettici su questa particolare emissione e sul margine di restringimento dei livelli attuali. La Grecia deve ancora lavorare parecchio per riportare le proprie finanze in una situazione di maggiore equilibrio.
Baselli: Per chiudere, come valuti le prospettive per le obbligazioni italiane? Pensi che il nuovo corso politico in Italia possa riportare fiducia negli investitori internazionali?
Marasciulo: C’è di sicuro al momento una grande fiducia da parte dei mercati finanziari nel nuovo primo ministro. Questo momento di luna di miele tra i mercati e il nostro debito pubblico sta continuando. Adesso sarà cruciale la capacità del governo italiano di riuscire a mettere in atto quelle riforme strutturali che il mercato sta richiedendo. L’unico modo per riportare il debito pubblico italiano da oltre il 130% del Pil verso una situazione di maggiore equilibrio è fare riforme strutturali che portino a un incremento del potenziale di crescita dell’economia.
Baselli: Perfetto. Grazie ancora a Cosimo Marasciulo.
Marasciulo: Grazie a te.
Baselli: Per Morningstar, Valerio Baselli. Grazie per l’attenzione.
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