Grano, cacao, caffè e le altre soft

Come funzionano e dove sono negoziate le principali commodity agricole. Cina sempre più importante per capire il trend del settore.

Marco Caprotti 16/07/2014 | 10:00
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Un occhio al meteo e uno alle cronache internazionali. Il tutto cercando di non perdere di vista gli andamenti macroeconomici dei paesi emergenti e di quelli in via di sviluppo, le dinamiche del settore energetico e i bollettini dei raccolti. Non è facile la vita degli operatori che seguono le commodity agricole (chiamate anche soft), un settore particolare delle materie prime in cui trovano posto anche i prodotti cosiddetti “coloniali” e “tropicali” che comprendono il cacao, il caffè, il cotone, il legname, il succo d’arancia, il tabacco e lo zucchero. È possibile inoltre stipulare contratti relativi a tipologie come le carni con beni che vanno dai bovini alle pancetta di maiale.

Un ruolo sempre più importante in questo segmento delle commodity lo giocherà la Cina. Pechino, infatti, si appresta ad abbandonare la propria autosufficienza nella produzione cerealicola. I recenti provvedimenti adottati dalla China national cereals, oil and foodstuffs corp (Cofco) per l’acquisizione dei pacchetti azionari di diverse aziende agricole estere sono una prova del fatto che il paese sarà sempre più dipendente dalle importazioni estere. Al momento, secondo i dati Cofco, la Cina compra 69 milioni di tonnellate di soia (i due terzi delle forniture scambiate a livello mondiale), mentre le importazioni di mais triplicheranno nei prossimi dieci anni fino a raggiungere le 22 milioni di tonnellate. Tra le aziende acquisite spicca la Nidera, società olandese operante nel settore agricolo sudamericano, che consentirà alla Cina approvvigionamenti diretti dalle nazioni dell’area Latam.

Cacao
Il cacao viene negoziato sia a Londra che a New York, in semi, burro e polvere. I future su semi di cacao sono scambiati sul New York board of trade e su Euronext Liffe. La raccolta del cacao è strettamente legata alle condizioni climatiche. Poiché il mercato è fortemente concentrato in termini geografici gli scarsi raccolti in una delle maggiori zone di produzione possono avere ripercussioni forti sull’offerta. La concentrazione geografica implica anche che l’offerta è sensibile alle condizioni politiche nei paesi di produzione.  Ad esempio, il picco massimo dei prezzi dei future su cacao alla fine del 2002 e all’inizio del 2003 ha coinciso con la guerra civile in Costa d’Avorio.

Caffè
Il mercato al dettaglio del caffè è slegato rispetto al mercato delle commodity. Il prezzo che si paga per la tazzina non è in stretta relazione con il costo dei chicchi raccolti per la sua produzione. E quando i prezzi diminuiscono, la qualità del caffè raccolto può anche calare. I chicchi acerbi possono essere raccolti insieme a quelli maturi per aumentare la quantità prodotta. Inoltre, se i prezzi sono bassi, la qualità Arabica (la più preziosa) potrebbe essere coltivata meno estensivamente a causa dei maggiori costi di produzione, pertanto le miscele potrebbero contenere una percentuale maggiore di chicchi di Robusta. Il caffè viene scambiato sul New York board of trade (Nybot) dal 1882, ossia da quando nacque il circuito per riportare ordine in un mercato molto volatile.

Cotone
I future su cotone sono scambiati sul New York board of trade. I contratti si riferiscono a balle di fibre di cotone, dopo la separazione dai semi. Tra i principali fattori che influenzano il prezzo della commodity ci sono il clima, la domanda dei paesi in via di sviluppo, la disponibilità dei terreni e l’arrivo sul mercato di prodotti tessili alternativi.

Grano e granoturco
I future sul grano e granoturco sono trattati su numerose Borse. Il contratto sul grano scambiato sul Chicago board of trade ne copre diversi tipi e varietà. Esistono anche future che riguardano varietà specifiche. Ad esempio, il grano con cariosside rossa dura a ciclo invernale (usato per il pane) viene scambiato solo sul Kansas City board of trade. Lo US Department of agriculture pubblica regolarmente previsioni di produzione e rating dei raccolti.

Il commercio dei future su granturco avviene sul mercato Chicago board of Trade (Cbot). Secondo il Cbot, il primo contratto a termine relativo a 3mila bushel di granturco risale al 1851.

Soia
I principali contratti future per la soia riguardano quella gialla e sono scambiati sul Cbot. Esistono anche contratti distinti per l’olio di soia e la farina di soia: ad esempio, un contratto per l’olio di soia viene scambiato a Chicago mentre i contratti sulla farina vengono trattati a Mumbai e Tokyo.

Zucchero
Sono scambiati sia contratti per lo zucchero grezzo (raw) che raffinato (white). I future sullo zucchero costituiscono il mercato più ampio del New York board of trade e vengono scambiati dal 1914. Anche Euronext.Liffe tratta contratti per lo zucchero sulla propria piattaforma elettronica.

I prezzi
Secondo il dipartimento americano dell’agricoltura, mediamente nel prossimo anno i prezzi delle maggiori commodity saranno più bassi di quelli del 2010, l’anno successivo al grande raccolto americano del 2009. Il mais costerà 3,9 dollari a bushel (circa 25 kg), la soia 9,65 dollari a bushel, mentre il frumento arriverà a 5,3 dollari. “Tutto questo potrebbe essere sconvolto da un improvviso shock climatico, che porterebbe a un'impennata di prezzi mai registrata”, spiega un comunicato del dipartimento.

Biocombustibili
Queste previsioni tengono in conto anche il mercato dell’etanolo, in rapida espansione in Usa e diventato un fattore importante, ad esempio, nella domanda di grano e granturco. L’etanolo viene usato nella benzina a basse concentrazioni come additivo e in alcune automobili appositamente modificate, che possono funzionare con concentrazioni anche molto alte. Anche lo zucchero, intanto, sta diventando anche una commodity energetica per la produzione di etanolo. Secondo il Ministero brasiliano dell’agricoltura, più del 60% della canna da zucchero del paese è utilizzato per la produzione di carburante. La crescita della domanda di biodiesel, invece, dovrebbe comportare un incremento della richiesta di soia.

In questo ambito sono da segnalare le preoccupazioni espresse recentemente dal presidente di Nestlè, Peter Brabeck, secondo cui il crescente ricorso ai raccolti alimentari per produrre biocarburanti potrebbe mettere a rischio le forniture mondiali di cibo e le risorse idriche. Per produrre un litro di biodiesel, infatti, occorrono l’equivalente di circa 4mila litri di acqua ed un ettaro di terra.

Il 7 giugno, intanto, i ministri europei dell’Energia hanno ufficializzato un decreto tramite il quale verrà limitata la produzione di biocarburanti ottenuti da colture alimentari. La proposta finale di applicare un limite del 7% alla produzione di biocarburanti da colture alimentari è, comunque, in linea con l'obiettivo di ottenere, entro il 2020, il 10% del carburante da fonti rinnovabili, al fine di ridurre in maniera drastica la dipendenza dai combustibili fossili.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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