In India, la luna di miele tra il mercato azionario e il primo ministro Narendra Modi non sembra dare segnali di cedimento. Dall’insediamento del nuovo governo lo scorso aprile, infatti, la Borsa di Mumbai non ha smesso di correre, con l’indice Msci della regione che ha rimbalzato del 54%. Dall’inizio dell’anno, invece, il paniere è cresciuto del 18% (dati in euro al 20 aprile 2015).
Sgambetto alla Cina?
Nell’ultimo World Economic Outlook, il Fondo monetario internazionale prevede che la crescita economica indiana in termini di Prodotto interno lordo supererà quella cinese nel 2016. Per quell’anno, l’Fmi stima un balzo del Pil del 6,5% per Mumbai e del 6,3% per Pechino.
Politica monetaria e riforme strutturali
“In un contesto di rinnovata fiducia dei consumatori di gran parte delle economie asiatiche, e quindi di robusta domanda interna, crediamo che il mercato azionario indiano offra opportunità d’investimento piuttosto interessanti”, si legge in un rapporto a cura di Generali Investments Europe dedicato all’Asia. “Il primo ministro Modi ha recentemente annunciato un ambizioso programma di riforme, tra cui meritano particolare attenzione quelle volte a migliorare le infrastrutture, facilitare gli investimenti diretti dall’estero e rendere più flessibile il mercato del lavoro. La determinazione del governo nel mettere in atto tali riforme, combinata con la spinta derivante dal calo del prezzo del petrolio, porterà un beneficio sostanziale all’economia indiana”.
Secondo le previsioni di un recente studio condotto da Assocham (l’associazione delle Camere di commercio indiane), la quantità di investimenti esteri nel Subcontinente dovrebbe superare i 60 miliardi di dollari nel 2015, raddoppiando così la cifra dell’anno precedente (29 miliardi). Prova, questa, del grande interesse degli investitori internazionali nell’ambizioso piano di riforme promesse da Modi.
Anche le recenti mosse di politca monetaria hanno avuto il loro effetto. “L’ulteriore taglio di 25 punti base ai tassi d’interesse arrivato, a sorpresa, all’inizio dell’anno, sostiene il nostro outlook positivo sulle azioni indiane”, commenta in una nota Prashant Khemka, responsabile investimenti azionari sui mercati emergenti di Goldman Sachs Asset Management. “Oltre all’attuale impegno della Reserve Bank of India sull’espansione monetaria, il nostro outlook si basa sulla ripresa ciclica evidenziata da un miglioramento della crescita del Pil in questo anno fiscale e su un contesto globale positivo guidato da fattori che agiscono a sostegno della spesa dei consumatori, come ad esempio il prezzo del petrolio che continua ad essere basso. Per queste ragioni riteniamo che i consensus sottovalutino il potenziale di rialzo del mercato indiano”.
Un po’ di curry in portafoglio
In Italia secondo il database Morningstar sono commercializzati 130 fondi comuni facenti parte della categoria Azionari India (considerando tutte le classi). Come si può vedere dalla tabella sottostante, da inizio anno i rendimenti hanno in alcuni casi superato i 28 punti percentuali. Per gli investitori dello Stivale, inoltre, sono quotati su Borsa Italiana tre Exchange traded fund che offrono esposizione al mercato azionario indiano (vedi sotto). Per il momento, due di questi tre Etf sono coperti dalla ricerca qualitativa Morningstar: il Lyxor UCITS ETF MSCI India e il db x-trackers CNX Nifty UCITS ETF.
Gli analisti di Morningstar, tuttavia, consigliano di investire solo una piccola porzione di un portafoglio ben diversificato in questo tipo di fondi. Si tratta, infatti, di prodotti che concentrano il rischio in un unico paese, per altro emergente e caratterizzato da elevata volatilità.
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