L’azionario sembra caro, ma dipende dai punti di vista. Intanto, è meglio tenere gli occhi aperti per nuove ondate di fusioni e acquisizioni. Soprattutto nel settore dei beni di consumo. Sono questi alcuni dei messaggi operativi lanciati da Warren Buffett, uno dei più conosciuti e rispettati investitori americani (è soprannominato l’Oracolo di Omaha) durante l’ultima assemblea degli azionisti della sua Berkshire Hataway. La riunione dei soci della holding di investimenti è ormai da anni uno degli appuntamenti più attesi dagli investitori di tutto il mondo che sperano di avere, dalle sessioni di domande e risposte (a cui partecipano, oltre agli analisti, anche dei risparmiatori estratti a sorte fra quelli che ne fanno richiesta), indicazioni sull’andamento dei mercati e suggerimenti sui titoli da mettere in portafoglio.
L’equity è caro?
Uno degli elementi che è emerso dal meeting è che l’equity, soprattutto quello americano, ormai pare avere pochi margini di salita e, in alcuni casi, è sopravvalutato. Molto, ha aggiunto però l’Oracolo, dipende dalla prospettiva da cui si guarda l’azionario. “In passato, quando Buffett parlava di prezzi delle azioni li metteva in rapporto al Pil Usa. Se utilizziamo oggi quel metro di misura in effetti le valutazioni sono alte. Lo sono anche se consideriamo altri mezzi di comparazione come, ad esempio, il rapporto fra prezzo e utili”, spiega Matthew Coffina, analista di Morningstar che ha partecipato all’evento di Berkshire. “In questa occasione, però, Buffett li ha messi in relazione ai tassi di interesse che sono ancora ai minimi storici. In questo caso l’equity, se confrontato con i rendimenti che danno altre asset class come, ad esempio, i bond, sembra a buon mercato. Se tuttavia il costo del denaro comincerà a rialzarsi, allora le azioni diventeranno via via meno convenienti”.
Per Buffett, quindi, bisogna cominciare a scaricare i portafogli di azioni in previsione di un rialzo dei tassi Usa? “In realtà non ha fornito una risposta chiara”, dice Coffina. “Ha spiegato che dipende dall’investitore: se pensa che il livello attuale dei tassi sia sostenibile, allora può tenere le azioni. Se invece si dovessero alzare, dovrebbe cominciare a considerare seriamente il livello delle valutazioni”.
M&A in arrivo
Un altro argomento toccato durante il meeting è stato quello delle M&A. In particolare nel segmento dei beni di consumo, vista la recente operazione con cui Berkshire ha fuso la controllata (insieme alla società di investimenti 3G) Heinz con il colosso Kraft. “Per quanto riguarda i beni di consumo, Buffett ha spiegato che ci sono le possibilità per nuovi consolidamenti”, dice l’analista di Morningstar. “Ha sottolineato che molte aziende di questo comparto sono ancora le stesse di 30, 50 o 100 anni fa e, in questi decenni, hanno perso un po’ di spinta propulsiva. C’è spazio, quindi per unirne alcune – o una parte dei marchi che hanno in portafoglio – e per fare delle ristrutturazioni che le rendano più efficienti”.
Non solo ristrutturazioni
Una delle operazioni che ha scatenato la curiosità dei partecipanti al meeting è stata l’acquisizione da parte di Berkshire di Van Tuyl Group (concessionarie auto). Anche perché Buffett ha annunciato che farà altre operazioni simili. Una decisione che alcuni operatori hanno criticato visto che è un segmento di business nel quale è difficile fare economie di scala importanti e, per questo, non rientra nella strategia operativa della holding.
“Buffett ha spiegato che sono attività già redditizie nelle quali c’è poco da fare e molto forti sui mercati locali”, dice Coffina. “Tra l’altro, in alcune aree godono di una normativa particolare che rende difficile l’ingresso di nuovi concorrenti. Probabilmente Buffett cercherà società nello stesso settore e ben gestite. Se non le dovesse trovare, potrà fare affidamento sui manager di Van Tuyl per farle funzionare come si deve”.
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