E’ possibile trasformare il dibattito tra gestione attiva e passiva in numeri? Morningstar lo ha fatto con un Barometro che misura le performance dei gestori attivi rispetto ai fondi indicizzati comparabili (ossia appartenenti alla stessa categoria) e che per ora è disponibile solo per i prodotti americani. Lo scopo è aiutare gli investitori a valutare il successo nella scelta degli active manager per diverse classi di attività, orizzonti temporali e livelli di costi.
L’indicatore mette a confronto i rendimenti dei gestori attivi con un insieme coerente di fondi passivi (inclusi gli Etf), calcolando sia i ritorni ponderati per il patrimonio (asset weighted) sia quelli in forma equi-ponderata (equal weighted). L’analisi tiene conto anche del tasso di sopravvivenza dei prodotti e dei costi.
I risultati
“Il barometro mostra che i gestori attivi hanno generalmente fatto peggio di quelli passivi, soprattutto nel lungo periodo e hanno tassi di mortalità superiori (intesi come fusioni o liquidazioni)”, spiega Ben Johnson, direttore della ricerca globale sugli Etf di Morningstar. “Lo studio rivela anche che tende a esserci una correlazione positiva tra le chiusure e gli elevati costi. Infine, i dati mostrano che gli investitori hanno preferito i comparti con le migliori performance dal momento che i rendimenti asset weighted sono mediamente superiori a quelli equal weighted”.
Morningstar ha calcolato il tasso di successo dei fondi attivi, inteso come la percentuale di fondi che nel periodo di analisi ha generato un ritorno in eccesso rispetto ai concorrenti passivi della stessa categoria (vedi la tabella, dove le ultime due colonne mostrano i risultati per il quartile più e meno costoso della categoria).
L’analisi mostra che il “tasso di successo” dei fondi attivi meno costosi è superiore a quello dei più cari. I gestori value hanno un success rate maggiore nel lungo termine di qualsiasi altra categoria di manager. La probabilità di ottenere un ritorno in eccesso rispetto ai comparti passivi tende a diminuire su orizzonti temporali lunghi, con l’eccezione dei prodotti orientati al valore.
Le differenze di categoria
Il confronto tra i ritorni medi annualizzati asset e equal weighted dei fondi attivi e passivi americani mette in luce come i secondi abbiano generalmente ottenuto risultati migliori nelle categorie azionarie large-blend, large-value, large-growth, mid-blend, mid-growth, small-blend, e small-growth, mentre gli active hanno battuto gli indicizzati nelle categorie mid-value e foreign large-blend. In termini di performance asset weighted sono andati meglio anche in quelle diversified emerging-markets e intermediate-term bond.
Come usare il barometro
“I dati possono cambiare nel tempo”, afferma Ben Johnson, “Tuttavia, il barometro permette agli investitori di vedere i risultati delle proprie scelte di investimento e a valutare meglio il comportamento delle strategie attive e passive. Il focus sui fondi indicizzati, invece del benchmark, è importante perché esprime meglio l’esperienza di un risparmiatore. Infine, questa ricerca conferma l’importanza dei costi: i sottoscrittori possono aumentare le loro probabilità di successo scegliendo comparti economici; quelli costosi diminuiscono le possibilità di ottenere performance superiori”.
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