I gestori rivedono le previsioni sull’andamento dei mercati azionari nei prossimi sei mesi. E’ quanto emerge dall’ultimo sondaggio condotto a settembre da Morningstar tra le principali case di investimento che operano in Italia (a cui hanno partecipato una ventina di investitori professionali).
Nel complesso, il Morningstar Italy Investment Sentiment index (MIISI), costruito sulla base delle probabilità attribuite a diversi scenari (mercati in salita, stabili o in discesa), su un orizzonte di sei mesi, mostra che gli investitori hanno assunto un atteggiamento più prudente rispetto a luglio (ad agosto il sondaggio non è stato realizzato) e sono meno propensi ad acquistare i titoli più rischiosi.
Eurolandia piace ancora
L’Europa rimane una delle aree preferite dai gestori, anche se lo scenario è meno ottimista dei mesi scorsi. A settembre, l’indice di sentiment sulle Borse del Vecchio continente si è attestato a 64,61 punti (69,62 a luglio). La politica espansiva della Banca centrale europea rappresenta un sostegno alla crescita economica, mentre le buone condizioni di liquidità e la debolezza valutaria dovrebbero dare un impulso agli utili aziendali. Inoltre, l’accordo per il salvataggio della Grecia ha dissolto i timori per un’uscita del paese dall’Unione, che rappresentava una fonte di incertezza per gli investitori.
Le previsioni sull’Italia sono simili al resto d’Europa: l’indice MIISI è sceso da 70,88 a 65,79 punti, allontanandosi dal picco toccato a giugno (78,2).
Usa, preferenze ai minimi
Lo scenario, delineato dai gestori, per Wall Street è improntato alla neutralità. Dopo il mini-balzo di luglio, il sentiment è tornato a 56,7 punti, ossia al livello di inizio estate. Gli investitori studiano la decisione della Federal Reserve di lasciare i tassi invariati al minimo storico dello 0-0,25%. Il Fomc, il comitato che decide della politica monetaria americana, ha precisato che un aumento ci sarà quando si vedranno ulteriori miglioramenti sul mercato del lavoro e l’inflazione tornerà verso l’obiettivo di medio termine del 2%. In particolare la Fed guarda con attenzione agli sviluppi internazionali, soprattutto della Cina e delle altre economie emergenti.
Tokyo, sentiment positivo
Il MIISI sull’indice Nikkei 225 scende da 68 punti di luglio a 60. Tuttavia, il mercato nipponico rimane uno dei preferiti dagli investitori, perché ha dimostrato una buona resistenza agli alti e bassi delle Borse mondiali, almeno fino al mese scorso. Le politiche monetarie espansive hanno favorito la crescita dei profitti e le prospettive economiche sono moderatamente positive, dopo il rallentamento registrato nel secondo trimestre.
Lontani dagli emergenti
A settembre, il MIISI sui mercati azionari emergenti è sceso ai minimi da gennaio 2014 (data di inizio del calcolo dell’indice). I gestori prevedono uno scenario neutrale per i prossimi sei mesi. Sono molti i fattori di preoccupazione, tra cui le decisioni di politica monetaria negli Stati Uniti, la volatilità della Borsa cinese e le difficoltà interne dell’economia brasiliana.
Bene i titoli periferici
La decisione degli investitori di spegnere il rischio si è riflessa sull’andamento dei mercati obbligazionari, oltre che di quelli azionari. A settembre, gli indici di sentiment sui prezzi dei titoli di stato tedeschi e americani, considerati porti sicuri, sono tornati a crescere verso uno scenario neutrale (rispettivamente 47,21 e 43,13 punti). E’ salito anche il MIISI sul BTp decennale italiano, che, come i governativi di altri paesi periferici, è favorito dalla politica monetaria accomodante della Bce.
Per quanto riguarda gli emergenti, il sentiment è sceso sotto i 50 punti a settembre. La situazione cinese, e più in generale dei mercati in via di sviluppo, tiene gli investitori lontani da questa classe di attività, soprattutto dal debito in valuta locale.
Euro/dollaro e politiche monetarie
A settembre, l’indice MIISI sul rapporto di cambio tra euro e dollaro è risalito dai 39,7 punti di luglio a 43,8. I gestori non si attendono grandi deprezzamenti della valuta comunitaria nei prossimi mesi, tuttavia le manovre di politica monetaria delle banche centrali sono destinate ad avere un forte impatto sui cambi, come ha dimostrato la forte volatilità generata dalle aspettative sui tassi americani.
Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra l’1 e l’8 settembre, 19 gestori e strategist delle principali case di gestione e intermediazione operanti sul territorio. I partecipanti appartengono alle seguenti società: Aletti Gestielle, Amundi, CFO sim, Columbia Threadneedle investments, Consultinvest Sgr, Ersel AM, Exane Derivatives, FIA AM, GAM Italia Sgr, Investitori Sgr, La Financière de l’Echiquier, La Française, Lemanik, M&G Investments, MoneyFarm Sim, Petercam IAM, SYZ AM, VG AM.
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