Istantanee dagli hedge fund

Le scelte di investimento dei fondi speculativi possono dare un’immagine dei mercati presa da un’angolatura diversa. Le ultime foto mostrano che…

Marco Caprotti 25/09/2015 | 10:47
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Salita dell’azionario europeo e dei Treasury; discesa delle valute emergenti. Sono queste le principali scommesse che stanno facendo gli hedge fund, i fondi speculativi noti per il loro appetito per il rischio. Una caratteristica, quest’ultima, che li ha fatti diventare un indicatore importante per chi va a caccia di rendimento con strategie alternative e vuole avere un’immagine del mercato diversa da quella fornita dagli operatori tradizionali.

Europa
Secondo i numeri elaborati da EPFR Global Data, in 16 delle ultime 17 settimane diversi fondi speculativi hanno investito in opzioni sull’indice Eurostoxx 50. Un movimento che, sostanzialmente, indica una preferenza per le grandi società del Vecchio continente rispetto a quelle americane in un momento in cui il resto del mercato sembra andare nella direzione opposta. Ma è anche una mossa azzardata considerando che, ad esempio secondo Citigroup, ci sono 55 possibilità su 100 che l’economia globale entri in recessione nei prossimi due anni. La frenata potrebbe essere causata dalla Cina, un paese sul quale sono esposte più le aziende europee rispetto a quelle yankee.

Treasury
La scommessa sull’azionario europeo va di pari passo con quella sui bond governativi Usa. Secondo i dati elaborati dal dipartimento americano del Tesoro i fondi di investimento domiciliati nei Caraibi (che l’ente governativo utilizza come punto di riferimento per misurare l’attività degli hedge fund) hanno in portafoglio 318,5 miliardi in Treasury. La cifra massima mai raggiunta da questo tipo di gestioni. L’obiettivo dichiarato dei fondi speculativi è quello di sfruttare la forte volatilità che si sta vedendo sul mercato. Quella sui Tbond, ad esempio, ad agosto è salita ai massimi degli ultimi sei mesi dopo che la Cina ha annunciato la svalutazione della sua moneta. L’interesse degli hedge per i Treasury è evidente anche dalle strategie che stanno attuando. Fino a qualche tempo fa si muovevano solo in occasione delle aste. Ora invece sono tornati ad aprire posizioni ribassiste prima delle emissioni. Poi si precipitano a comprare, fanno salire i prezzi, vendono e guadagnano sulla differenza. In sostanza lo stesso sistema che utilizzavano fino a prima che la Federal Reserve intervenisse direttamente sul mercato obbligazionario per iniettare liquidità nel sistema economico.

Valute emergenti
I tempi saranno ancora più duri, almeno a dar retta agli hedge fund, per le monete dei paesi emergenti. Sono sempre di più infatti, i gestori spericolati che stanno scommettendo su un rafforzamento del dollaro proprio a scapito delle divise emerging. La puntata, in questo caso, presenta pochi elementi speculativi e più ragionamenti di tipo macroeconomico. Il primo riguarda la debolezza della Cina che sta minando la fiducia nei paesi in via di sviluppo in generale e di quelli che vivono di commodity (di cui il colosso asiatico in particolare ha sempre avuto). Il secondo è legato alle mosse della Federal Reserve: la possibilità di un rialzo dei tassi di interesse Usa da qui a fine anno (ormai dato per scontato dalla stessa Banca centrale Usa) sta dando la spinta al biglietto verde a spese, soprattutto, delle monete più deboli. Non manca comunque l’elemento di rischio. La volatilità sul mercato valutario internazionale nelle settimane scorse è arrivata ai massimi degli ultimi sette mesi. Ai movimenti ha contribuito la decisione di alcuni paesi in via di sviluppo di permettere la libera fluttuazione delle divise sull’esempio di quanto fatto dalla Cina ad agosto. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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