Energia pulita e utlity non vanno più a braccetto

PORTAFOGLI ROBUSTI. Abbiamo calcolato i coefficienti di correlazione tra i principali settori azionari a uno, tre e cinque anni, aggiornati a fine settembre.

Valerio Baselli 20/10/2015 | 09:59
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Una delle regole di base della finanza è la diversificazione del rischio. L’idea è avere in portafoglio dei componenti che compensino l’eventuale discesa di altri. Perciò, un’allocazione ben diversificata avrà nel medio-lungo periodo una volatilità piuttosto bassa.

La diversificazione non si limita al tipo di asset class. L’azionario, ad esempio, è una classe d’attivo molto ampia, composta da investimenti anche parecchio diversi tra loro. In particolare, i sotto-segmenti vengono classificati a seconda della capitalizzazione della società (large, mid e small cap), del mercato di riferimento (sviluppato o emergente) e soprattutto del settore economico di cui fa parte l’azienda (industriale, finanziario, energetico, ecc.).

È importante avere un’idea di come i vari settori economici rappresentati dalla propria esposizione azionaria si influenzino a vicenda, in modo da evitare di investire in strumenti che sono soggetti a movimenti molto simili. Guardando i dati sottostanti, ad esempio, si nota sorprendentemente che il settore delle energie rinnovabili e i titoli delle aziende di pubblica utilità (le utility) sono passati da una correlazione positiva piuttosto robusta a cinque anni (0,45) a un rapporto negativo nel corso dell’ultimo anno (-0,07). Al contrario, c’è una correlazione storicamente quasi perfetta tra il settore dell’information technology e quello dei beni e servizi di consumo discrezionali (da 0,88 a 0,94), il che conferma ulteriormente l’incidenza dell’innovazione tecnologica in questo campo.

Il coefficiente di correlazione è un parametro che misura in che modo la performance di uno strumento influenza l’andamento di un altro. Varia tra -1 e +1. Un coefficiente pari a 0 indica che non vi è alcuna relazione tra le performance dei due settori. Un coefficiente pari a 1 significa che c'è una correlazione positiva perfetta, il che significa che i due indici si muovono assieme, se uno sale del 10%, lo fa anche l’altro, e viceversa. Ovviamente, in caso di perfetta correlazione negativa (uguale -1) il rapporto è inverso: se il primo sale del 10%, il secondo perde il 10%.

Calcolare il coefficiente di correlazione del proprio portafoglio è un esercizio piuttosto complesso. Per avere un’idea di ordine generale, che comunque può già essere molto utile a evitare eventuali sovrapposizioni, abbiamo calcolato i coefficienti di correlazione dei 15 principali settori azionari, a uno, tre e cinque anni. Per intrerpretare le tabelle, che verranno aggiornate mensilmente, si possono seguire i colori: più la casella tende al verde, più la correlazione sarà elevata; al contrario, più la casella tende al rosso, più il coefficente sarà negativo.

I settori azionari oggetto dell’analisi sono elencati di seguito. I numeri corrispondono a quelli che appaiono nelle tabelle.

  1. Azionari Settore Metalli Preziosi
  2. Azionari Settore Biotecnologia
  3. Azionari Settore Beni e Servizi di Consumo Discrezionali
  4. Azionari Settore Beni e Servizi di Largo Consumo
  5. Azionari Settore Energia
  6. Azionari Settore Servizi Finanziari
  7. Azionari Settore Salute
  8. Azionari Settore Tecnologia
  9. Azionari Settore Beni Industriali
  10. Azionari Settore Comunicazioni
  11. Azionari Settore Servizi di Pubblica Utilità
  12. Azionari Settore Agricoltura
  13. Azionari Settore Energie Alternative
  14. Azionari Settore Infrastrutture
  15. Azionari Settore Risorse Naturali

Coefficienti di correlazione tra settori 1 anno  Coefficienti di correlazione tra settori 3 anni

Coefficienti di correlazione tra settori 5y

Fonte: Morningstar Direct

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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