Il sentiment dei gestori sui mercati emergenti diventa negativo. E’ questa la principale novità dell’ultimo sondaggio condotto da Morningstar, all’inizio di novembre, tra le principali case di investimento che operano in Italia. Restano positive, invece, le previsioni sull’andamento delle Borse europee nei prossimi sei mesi.
Nel complesso, il Morningstar Italy Investment Sentiment index (MIISI), costruito sulla base delle probabilità attribuite a diversi scenari (mercati in salita, stabili o in discesa), su un orizzonte di sei mesi, mostra la preferenza dei gestori per le azioni dei paesi sviluppati, mentre c’è cautela sul segmento del reddito fisso.
Eurolandia resta la preferita
A novembre, l’indice MIISI sulle Borse del Vecchio continente è invariato intorno ai 68 punti. I gestori studiano i dati macro, nella speranza di avere conferme sulla ripresa. I segnali sono contrastanti: da un lato le economie rimaste finora indietro, come l’Italia e la Francia, sembrano risvegliarsi; dall’altra la Germania mostra affaticamento. Tuttavia, molti money manager considerano le asset class rischiose europee un’alternativa al calo dei rendimenti offerti dai titoli governativi e quindi le sovrappesano nei loro portafogli.
Wall Street non è a sconto
Dopo il balzo di ottobre a 63,16 punti, l’indice MIISI sulla Borsa americana è tornato verso uno scenario neutrale (54,33 punti). La stagione delle trimestrali volge al termine e il 75% delle imprese ha superato le attese sugli utili, ma una su due ha deluso sui ricavi. Per questa ragione sono state riviste al ribasso le stime per gli ultimi tre mesi dell’anno. Le valutazioni appaiono dunque tirate, in considerazione anche del recupero dei corsi azionari.
Tokyo, sentiment invariato
Il MIISI sull’indice Nikkei 225 è rimasto praticamente invariato a novembre (64,4 punti). I gestori sono convinti che proseguiranno gli stimoli all’economia da parte della Bank of Japan, anche perché il rallentamento della Cina e della congiuntura globale rappresentano un ostacolo alla ripresa. Intanto, la seconda fase dell’Abenomics (piano governativo di rilancio) sta portando alla ripresa del credito. Le valutazioni dei titoli sono considerate interessanti, relativamente agli altri mercati sviluppati.
Lontano dagli emergenti
I mercati in via di sviluppo sono l’area dove si registra il maggiore cambiamento nel sentiment dei gestori. L’indice MIISI scende a 49 punti, sotto il livello considerato di neutralità. L’attenzione è rivolta soprattutto alla Cina, dove, secondo i dati ufficiali, la crescita nel terzo trimestre è stata del 6,9%, in calo rispetto alla prima metà dell’anno. I mercati studiano, in particolare, le mosse della banca centrale e del governo per evitare un atterraggio “duro” della congiuntura (cosiddetto hard landing). Per quanto riguarda gli altri paesi emergenti, quelli più sofferenti sono il Brasile e la Russia, mentre l’India mostra una dinamica più favorevole.
Verso il rialzo dei tassi Usa
Aumenta il numero di gestori che prevede un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve a dicembre, dopo i buoni dati macro delle ultime settimane, in particolare sul fronte dell’occupazione americana. A ottobre, il tasso dei senza-lavoro è sceso al 5% e la paga oraria è salita del 2,5% rispetto a un anno fa, il più alto incremento da luglio 2009. In questo scenario, il MIISI sui prezzi dei titoli governativi statunitensi si è attestato a 45,33 punti, lo stesso livello dell’indice di sentiment sui Bund tedeschi. A novembre, è rimasta invariata intorno a 47 punti la previsione per il BTp italiano. Le emissioni periferiche dovrebbero continuare a beneficiare del programma di espansione monetaria da parte della Banca centrale europea.
Dollaro più forte
A novembre, l’indice MIISI sul rapporto di cambio tra euro e dollaro è sceso a 37,67 punti (40,39 a ottobre). Come si legge in una nota di Exane Derivatives, la Fed ha temporeggiato a settembre per evitare che l’avvio di una stretta monetaria creasse eccessiva volatilità sui mercati valutari. Tuttavia, l’istituto centrale americano sembra ora pronto a intervenire e dovrà lasciare spazio a un apprezzamento del biglietto verde per normalizzare il suo bilancio e avere margini di manovra anticiclici sulla sua politica monetaria. Il dollaro, dunque, è destinato a diventare ancora più forte sull’euro.
Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra il 3 e il 10 novembre, 15 gestori e strategist delle principali case di gestione e intermediazione operanti sul territorio. I partecipanti appartengono alle seguenti società:, Aletti Gestielle, Amundi Sgr, BNP Paribas IP, BNY Mellon, CFO sim, Columbia Threadneedle Investments, Decalia AM, Ersel AM, Ethenea Indipendent Investors, Exane Derivatives, FIA AM, Investitori Sgr, La Francaise, M&G Investments, MoneyFarm Sim, Syz AM.
Morningstar Italy Investment Sentiment Index (MIISI)
Il Morningstar Italy Investment Sentiment Index (MIISI) è un indice di sentiment elaborato dal team locale di analisti di Morningstar. È basato su un questionario inviato ogni mese alle principali case di gestione e intermediazione italiane ed estere alle quali viene chiesta una previsione a sei mesi sui principali mercati azionari, obbligazionari e valutari. In particolare, gli intervistati devono esprimere il loro livello di confidenza rispetto a tre scenari di mercato (in crescita, stabile e in discesa). I risultati vengono aggregati al fine della costituzione dell’indice. I segmenti sono dieci: mercati azionari europei, italiano, statunitense, giapponese e emergenti; titoli di stato decennali tedesco, statunitense, italiano e debito emergenti; cambio euro/dollaro. Per ciascun segmento il valore massimo è 100 (certezza della crescita del mercato) e il valore minimo è 0 (certezza del ribasso). La base è 50, che indica una posizione neutrale o di mercato stabile.
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