Anno nuovo, ma non per i governativi. La politica espansiva delle banche centrali di Europa e Giappone favorirà le quotazioni azionarie, ma non i titoli di Stato. Inoltre, l’aumento dei tassi d’interesse e dell’inflazione negli Usa sosterrà le emissioni societarie. Infine, la forte svalutazione delle monete emergenti crea nuove opportunità in questo segmento. E’ questo in sintesi lo scenario in cui si muoveranno gli investitori nel 2016.
Equity ancora in testa
“Dopo aver recuperato dal sell-off del terzo trimestre, i mercati azionari hanno ridotto, ma non esaurito il potenziale di crescita. I timori per una nuova fase di recessione sono diminuiti, così come quelli legati allo stato di salute dell’economia cinese e degli altri paesi emergenti e questo fa ben sperare per il futuro andamento della congiuntura globale”, dice Andy Brunner, Investment strategist di Morningstar’s Investment Management group.
“La nostra preferenza va all’equity europeo e giapponese, perché beneficerà delle politiche monetarie espansive, della crescita degli utili e delle valutazioni ragionevoli. Al contrario, i prezzi delle società a stelle e strisce sono poco convenienti, i listini del Regno Unito sono concentrati in pochi settori, mentre il rendimento degli emergenti continuerà ad essere condizionato dalla Cina”.
Le distorsioni delle Banche centrali
Nel reddito fisso, la divergenza nelle politiche monetarie delle Banche centrali sarà ancora protagonista nel 2016 e gli investitori ragionano sulla velocità con cui la Federal Reserve andrà verso la normalizzazione dei tassi di interesse. “Ci sarà una divergenza anche nel reddito fisso. E’ probabile che i titoli di Stato, soprattutto negli Stati Uniti e in Inghilterra, saranno colpiti dalle vendite nel primo trimestre, mentre i corporate bond beneficeranno del restringimento dello spread durante la fase iniziale del rialzo dei tassi”, spiega Brunner. “Anche le obbligazioni emergenti di alta qualità dovrebbero comportarsi bene”.
“Sebbene la fase rialzista del mercato azionario stia progressivamente volgendo al termine, ci aspettiamo che le stock continueranno a sovrafermare i bond ancora per diverso tempo. La nostra asset allocation, quindi, resterà sbilanciata a favore dell’equity , dei corporate bond e del real estate in quest’ultima fase del 2015, anche se l’aumento della volatilità offrirà nuovi spunti a chi adotta un approccio tattico all’investimento”, conclude Brunner.
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