Il 2015 sorride all’auto francese e gira le spalle alle utiliy del Vecchio continente. Questi i verdetti sui listini di Eurolandia. Da inizio anno Peugeot e Renault hanno guadagnato rispettivamente il 56,95% e il 55,18% (rendimenti in euro al 9 dicembre), ma ora le loro azioni sono scambiate a premio rispetto al fair value. Dopo i forti ribassi, invece, i titoli Electricite de France (-40%) e da RWE (-53,18%) sono i più convenienti all’interno del comparto utility.
Corsa finita per l’auto francese
Il comparto auto ha beneficiato della crescita delle immatricolazioni nell’area euro. L’indice Msci Europe Automobiles, nello stesso periodo, ha guadagnato il 5%, ma a spingere le performance dei due titoli francesi sono stati i dati delle ultime trimestrali. Renault ha registrato una crescita in doppia cifra in ogni trimestre del 2015, mentre Peugeot ha marcato un significativo miglioramento dei margini di profitto. La corsa, però, sembra finita e i titoli sono ora scambiati a premio rispetto ai fair value Morningstar. “Sebbene le nostre previsioni indichino una crescita media del fatturato di circa il 10% per Renault, il mercato sembra sopravvalutare i progressi nelle vendite del gruppo. Per Peugeot, invece, le aspettative circa il miglioramento dei margini di profitto non tengono in conto del contesto competitivo in cui si colloca la casa francese. Il settore dell’auto soffre di problemi di sovradimensionamento e solo una partnership importante o la fusione con un altro produttore potrebbe generare una scala di produzione tale da garantire progressi in termini di profittabilità”, dice Richard Hilgert, analista azionario di Morningstar.
Le voci di M&A spingono Ubisoft Entertainment
Tra i best performer di Eurolandia c’è anche Ubisoft Entertainment. Il titolo del gruppo francese ha guadagnato il 78,83%, ma gran parte di questo rialzo è concentrato negli ultimi tre mesi (+63%), dopo che l’acquisto di una quota del 10,4% del suo capitale da parte di Vivendi ha alimentato le voci di una possibile scalata. L’azienda transalpina è il terzo produttore indipendente di videogame a livello globale, opera in 30 studio dislocati in tutto il mondo e questo le permette di uscire simultaneamente con più prodotti. “Le nostre previsioni indicano un progresso medio dei ricavi del 4%, ma il mercato sopravvaluta le potenzialità di crescita del gruppo e scambia il titolo a prezzi del 36% superiori rispetto al fair value”, dice Neil Macker, analista azionario di Morningstar.
Airbus vola in scia alle trimestrali
Il titolo Airbus ha preso il volo dopo i dati del secondo trimestre. L’azienda produttrice di aeromobili ed elicotteri (civili e militari) ha visto salire gli ordinativi a 927 miliardi di euro (dai 677 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno e dai 858 miliardi dell’intero 2014) e questo ha fatto crescer il valore delle azioni del 56,44%. “Il gruppo olandese condivide con la Boeing il duopolio nel segmento degli aeromobili commerciali. Nonostante sia partita in ritardo rispetto al suo competitor, Airibus è riuscita a guadagnare costantemente quote di mercato e a nostro avviso gode di una posizione di vantaggio all’interno del settore (Economic moat). Nei prossimi cinque anni ci aspettiamo una crescita media del 6,7%, ma al momento il titolo viaggia su prezzi di poco superiori al nostro fair value”, dice Keith Schoonmaker, analista azionario di Morningstar.
Adidas sale con le vendite
La crescita delle vendite in doppia cifra e il miglioramento della profittabilità in quasi tutti i segmenti e le regioni in cui opera, hanno spinto il titolo Adidas a +56%. Il gruppo tedesco è molto ben posizionato all’interno del settore sportwear grazie a un portafoglio brand di grande valore e alla forte presenza in Europa e nei mercati emergenti. Gli analisti di Morningtar stimano per i prossimi cinque anni una crescita media del fatturato del 6% e un aumento del margine operativo di circa 300 punti base, ma il mercato sembra aver sovrastimato le potenzialità di crescita del titolo che ora è scambiato a prezzi superiori al fair value Morningstar.
Utility rimandate al prossimo anno
Nella lista dei peggiori di Eurolandia, spiccano due titoli del comparto utility: RWE ed Electricité de France (EDF), che hanno perso rispettivamente il 53% e il 39% della loro capitalizzazione di mercato. A impattare negativamente sull’andamento delle azioni sono state in parte le difficoltà del settore, che soffre per il forte calo del prezzo dell’energia, ma entrambe le aziende hanno largamente sottoperformato i loro competitor (l’indice Msci Europe Utility ha ceduto poco meno del 4% nello stesso periodo). RWE sta attraversando un profondo percorso di trasformazione dalle centrali nucleari e a carbone alla produzione di energia da fonti rinnovabili, che nel lungo periodo rappresenterà una parte rilevante del suo giro d’affari.
“Gli azionisti hanno pagato questa transizione con un drastico taglio al dividendo, ma a nostro avviso il mercato è troppo pessimista sul titolo. Al momento le azioni sono scambiate a un tasso di sconto del 40% rispetto al fair value che è pari a 18 euro”, dice Travis Miller, analista azionario di Morningstar. EDF, dal canto suo, è penalizzata dalla decisione del governo francese di aprire il mercato dell’energia alla concorrenza e dall’aumento dei costi di gestione delle centrali nucleari che, dopo il disastro di Fukushima, sono appesantiti dai maggiori oneri legati alla sicurezza. Nonostante questo, il gruppo transalpino ha interessanti prospettive di crescita in Cina e nel Regno Unito, ma il mercato sembra aver perso la fiducia nella possibilità che possa tornare ad apprezzarsi.
Vallourec in maglia nera
Vallourec SA ha registrato la performance peggiore tra i titoli di Eurolandia, cedendo da inizio anno il 58%. Il gruppo francese fornisce tubi di ferro alle compagnie energetiche e ha risentito del forte calo dell’attività estrattava a seguito delle basse quotazioni del prezzo barile, ma il mercato è troppo pessimista e scambia il titolo a un tasso di sconto del 30% rispetto al fair value Morningstar. L’azienda produce tubi a elevato valore aggiunto e questo le ha permesso di mantenere margini di profitto costantemente più elevati rispetto a quelli dei competitor. Inoltre, dopo il 2016, si prevede che i ricavi potranno tornare a crescere in doppia cifra contribuendo a trainare il margine operativo sopra il 10%.
Prada tradita dalla Cina
Sono diverse le cause che possono spiegare lo scivolone di Prada, che da inizio anno ha perso circa il 37%. La principale è la cattiva intonazione del comparto del lusso, penalizzato fortemente dall’indebolimento dell’economia cinese, alla quale la casa di moda italiana è particolarmente esposta, ma anche l’apprezzamento dell’euro nei confronti delle valute dei paesi emergenti e il rallentamento nell’espansione della sua rete retail hanno pesato sul fatturato e sui margini di profitto. “Questo ha prodotto un rallentamento nel ritmo di crescita dell’azienda e una contrazione dei margini di profitto, come testimoniato dai conti dei primi due trimestri dell’esercizio, ma nei prossimi cinque anni ci aspettiamo una crescita media dei cavi del 6,5% e un lieve miglioramento della profittabilità”, dice Paul Swinand, analista azionario di Morningstar.
Casino Guichard-Perrachon penalizzato dai tassi di cambio
Casino Guichard-Perrachon ha pagato oltremodo il deprezzamento delle valute dei paesi dell’America latina. Da inizio anno il titolo del gruppo francese attivo nel business del retail di prodotti alimentari ha perso in Borsa oltre il 30%, ma gli analisti sono convinti che i mercati emergenti continueranno a essere il principale driver della crescita futura dell’azienda. “Nonostante il 2015 si concluderà con un calo del fatturato del 2%, a causa della persistente debolezza delle valute latinoamericane, nei prossimi cinque anni ci aspettiamo un progresso medio dei ricavi del 2%”, dice Ken Perkins di Morningstar. “Sebbene l’elevata concorrenza non abbia permesso a Casino di costruirsi una posizione di vantaggio all’interno del settore, la società transalpina è riuscita a guadagnare importanti fette di mercato in Francia (ai danni di Careffour) grazie al formato dei suoi negozi: più piccoli e orientati ai prodotti discount, ed è uno pochi operatori che si è espanso all’estero in maniera profittevole”.
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