“Chi va con la corrente è baccalà”, cantava Alberto Sordi. Per chi invece si sente più salmone e vuole risalire i corsi, il team di ricerca sui fondi di Morningstar ha individuato, tra gli strumenti che sono arrivati ultimi nel 2015, quelli che nel lungo termine dovrebbero nuotare più velocemente degli altri.
Partendo dalle oltre 28mila classi di fondi autorizzate alla vendita in Italia sono state selezionate quelle dedicate agli investitori privati e che ricevono Morningstar Analyst Rating pari a Silver o Gold (i due giudizi migliori in una scala che prevede anche Bronze, Neutral e Negative). Da questo insieme sono state raggruppate tutte le strategie che hanno avuto un 2015 da dimenticare, cioè con rendimenti peggiori dell’80% dei propri concorrenti di categoria nei primi 11 mesi dell’anno (i dati sono a fine novembre 2015). Investire contrarian, cioè controtendenza, significa infatti puntare su quei titoli snobbati o dimenticati dal mercato (facendo un po’ il contrario di chi segue il momentum).
Una ventina di fondi soddisfa questi criteri (vedi tabella in basso). Per comodità di esposizione ne sono stati individuati tre: un azionario, un obbligazionario e un bilanciato. Secondo l’approccio di Morningstar, comunque, le performance sono soltanto uno dei cinque pilastri da valutare per identificare i migliori fondi, insieme al team di gestione, il processo di investimento, la società emittente e i costi.
Azionari: Aberdeen Global - World Equity Fund (rating Silver)
"Sia la forza del team sia la chiarezza del processo rendono questo comparto una scelta di qualità tra gli azionari internazionali", spiega Muna Abu-Habsa, fund analyst di Morningstar . I gestori restano fedeli al proprio stile fortemente orientato all’analisi fondamentale, che li porta a preferire società spesso “odiate” dal mercato. Questo “marchio di fabbrica” non cambia in funzione dei risultati di breve termine. Al contrario, i titoli in portafoglio sono scelti singolarmente e tenuti con un orizzonte temporale di lungo periodo. Non mancano le scommesse contrarian, come ad esempio il sovrappeso sui titoli energetici (10% contro il 5% della media di categoria). Questa strategia è gestita da 16 manager di base a Edimburgo, che selezionano le migliori idee di investimento tra quelle trasmesse dai diversi team regionali di Aberdeen. Poiché si tratta di un approccio attivo agli investimenti, non è raro vedere deviazioni significative rispetto al portafoglio del benchmark o della media dei fondi concorrenti (ad esempio, gli Stati Uniti hanno un peso del 32% rispetto al 50% della media di categoria e al 60% dell’indice MSCI World). Questa intraprendenza può riflettersi negativamente sulle performance, come dimostrano gli ultimi tre anni. Ma, a lungo andare, dovrebbe portare i suoi frutti.
Obbligazionari: Natixis Loomis Sayles Multisector Income Fund (rating Gold)
Dan Fuss si è costruito una reputazione da investitore contrarian nei suoi oltre venti anni di esperienza da gestore di portafoglio. Il suo stile, secondo gli analisti, si accorda bene con il mandato flessibile (pienamente sfruttato dal team di gestione) ed è rimasto fedele ai propri principi anche negli ultimi due anni. A inizio 2014, ad esempio, il team ha aumentato la quota di liquidità e Treasury americani in ottica difensiva. Poi, nella seconda metà dell’anno, ha colto l’opportunità creata dalla caduta del prezzo del petrolio per aumentare l’esposizione ai titoli high yield, anche del settore energia. A fine ottobre 2015, i titoli “junk” costituivano oltre un terzo del portafoglio (vicino al massimo consentito). Le obbligazioni societarie e il rischio di credito rappresentano il cuore di questa strategia attenta alle valutazioni. Il fondo richiede senza dubbio pazienza e una certa dose di tolleranza ai ribassi, ma nel suo campo e per chi è preparato ai rischi di un tale approccio, resta una scelta eccellente.
Bilanciati: M&G Optimal Income Fund (rating Silver)
Questo comparto è un gigante in termini di asset under management, stabilmente nella top 10 dei fondi europei per patrimonio (malgrado abbia perso quasi un quarto delle masse da inizio anno). Se i suoi risultati hanno sofferto sia nel 2014 sia nel 2015, le performance di medio lungo termine restano molto competitive. Merito, secondo gli analisti di Morningstar, di Richard Woolnough, il gestore del fondo fin dalla sua partenza, e del team di M&G, che hanno saputo sfruttare con abilità la flessibilità del mandato: un investimento fino al 100% in obbligazioni corporate, high yield o governative, e fino al 20% in azioni. Il processo mette a frutto l’ampio margine di manovra attraverso una combinazione di previsioni macro e di selezione di obbligazioni societarie, grazie alle raccomandazioni del gruppo di 30 analisti dedicato alla ricerca sul credito. Negli ultimi due anni Woolnough ha avuto un posizionamento piuttosto difensivo in termini di sensitività ai tassi d’interesse (tutt’ora presente: a ottobre 2015 la duration del fondo era 2,3 anni), e ciò ne ha frenato i rendimenti. Ma l’opinione degli analisti di Morningstar resta positiva: gli investitori possono contare su un track record notevole, un manager esperto supportato da un team ben assortito e una strategia d’investimento robusta. Per i risparmiatori italiani è disponibile alla vendita la classe A con copertura valutaria in euro.
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