“Per avere successo in Borsa è importante avere paura quando gli altri sono avidi ed essere avidi quando gli altri hanno paura”. Questa celebre frase di Warren Buffett, secondo gli analisti di Morningstar, si adatta perfettamente al mercato europeo dove il sell off delle ultime settimane, dicono, sta creando interessanti opportunità di acquisto in termini di fair value (e quindi di rating) per chi non ha paura di avventurarsi sul mercato. “E’ proprio in momenti come questi che bisogna mettersi a caccia di titoli di qualità che possano dare soddisfazione nel lungo periodo”, spiega Russel Kinnel, analista di Morningstar.
Dove nasce il sell off
Certo le ragioni con cui giustificare il sell off e la cautela degli operatori ci sono tutte. Ad esempio, i timori di rallentamento dell'economia americana, anche alla luce di dati recenti per nulla brillanti, che rischia di condizionare anche altre regioni. Oppure la frenata dell'economia cinese, sulla cui entità gli economisti hanno ormai smesso di fare previsioni. Poi c’è il crollo del prezzo del petrolio, dovuto in parte al rallentamento globale e in parte alla guerra dei prezzi in corso fra Stati Uniti (che contano sull’estrazione dello scisto) e i paesi dell’Opec (guidati dall’Arabia Saudita). Per quanto riguarda l’Italia, ci sono le preoccupazioni sulla tenuta del sistema bancario gravato dal problema della gestione delle sofferenze che favorisce la speculazione.
L’indice in prospettiva
In questo scenario l’Europa sembra navigare a vista. A dicembre, mentre molti si aspettavano un'intensificazione del ritmo di acquisti di titoli e una forte diminuzione del suo tasso sui depositi, la Bce ha contenuto al minimo gli interventi, come se i falchi avessero recuperato terreno. Un mese dopo il tono è mutato e il presidente dell'istituto europeo ha lasciato intravedere, in occasione della sua ultima conferenza stampa, misure complementari a marzo dopo la revisione delle stime di crescita e inflazione.
Da inizio anno, intanto, l’indice Msci dedicato al Vecchio continente ha perso più del 13% (contro il +8,22% segnato nell’intero 2015). “Sembra un crollo consistente, ma se si mette in relazione a quello che il paniere ha fatto negli anni scorsi allora la cosa si ridimensiona”, spiega Russel Kinnell, analista di Morningstar. Il benchmark, infatti nel 2014 ha segnato un +6,84% che è andato ad aggiungersi al +20% del 2013.
“Abbandonare gli asset che si hanno in portafoglio solo perché le cose non stanno andando bene in questo momento non è una scelta saggia”, dice Kinnell. “Certo, quello che sta succedendo obbliga gli investitori a muoversi con attenzione e, magari, approfittarne per sistemare i propri in vestimenti e chiarirsi le idee”. L’analisi dei fair value dei titoli coperti dalla ricerca Morningstar mostra che praticamente tutti i settori trattano a sconto e, in alcuni casi, con una sottovalutazione molto ampia rispetto agli obiettivi di prezzo. “Certo, non siamo nella situazione del 2009, quando molte azioni avevano una valutazione inferiore del 50-60% rispetto al fair value, ma in alcuni casi siamo al 20%-30%”.
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