In un mercato avaro di rendimenti, chi investe a breve termine si toglie qualche soddisfazione in più se sceglie i bond short term rispetto a chi punta su quelli di liquidità. Soprattutto se guarda al nord Europa.
L’analisi delle categorie Morningstar mostra che fra i segmenti dedicati allo short term investing le performance migliori, per un investitore in euro, sono state quelle dei prodotti specializzati in bond in valuta norvegese (+6,2% in euro da inizio anno, +2,17 in divisa locale) e in corone danesi (+2,25% e +2%). In territorio negativo, invece, sono finiti tutti gli strumenti dedicati alla liquidità.
La differenza fra i fondi di liquidità e quelli dedicati ai bond short term è minima, ma per chi va a caccia di rendimenti si rivela fondamentale. In generale, per quanto riguarda i primi, l’Esma (associazione europea delle autorità di vigilanza sui mercati) ha definito due segmenti: quello dei fondi monetari a breve termine e quello dei Money market fund. I primi sono caratterizzati da un portafoglio con scadenza media di 60 giorni (o meno) e vita residua media dei titoli non superiore ai 120 giorni. La qualità del credito deve essere elevata (pari ai più alti gradi di giudizio delle agenzie di rating). I secondi hanno titoli con scadenza media di sei mesi (o meno) e una vita residua che non ecceda l’anno. Gli strumenti devono avere una valutazione elevata, ma è possibile investire anche in emissioni sovrane investment grade, promosse o garantite da banche centrali, regionali o locali degli Stati membri, dalla Bce, dall’Ue o dalla Banca europea degli investimenti. Per quanto riguarda i bond a breve termine la maturity aggregata dei singoli fondi presenti nelle categorie Mornigstar dedicate non supera i tre anni.
La corsa del nord
Nel caso di questa porzione di 2016, i migliori risultati in termini di performance sono stati ottenuti dai prodotti obbligazionari a breve termine in valuta dei paesi sviluppati del nord Europa (i fondi liquidità in divisa norvegese e danese non cadono sotto l’ombrello Esma). In Norvegia i principali dati economici pubblicati durante l'estate sono stati solidi. “I prezzi degli immobili sono cresciuti più delle attese”, spiega un report firmato da Helge J. Pedersen, capo economista del gruppo Nordea. “L’area è destinata a risollevarsi perché il calo degli investimenti petroliferi sembra essersi affievolito in questo momento. Ciò favorisce le industrie influenzate dalla discesa del barile. Nel frattempo prevediamo che gli altri settori dell'economia, che hanno tenuto bene durante la fase di ribasso dell’oil, cresceranno a un ritmo solido”.
Buone notizie arrivano anche dalla Danimarca. “Prevediamo condizioni leggermente più favorevoli nei prossimi due anni, dato che l'aumento dell'occupazione degli ultimi anni sta stimolando i consumi e l'attività degli investimenti”, spiega Pedersen. “Le principali minacce a una crescita più elevata derivano prevalentemente dall'estero a causa della flessione del commercio globale”.
Meglio short o liquidità?
Ma i bond a breve termine sono davvero meglio dei loro cugini? Oggi investono tutti in sottostante di buona qualità. Ma non è sempre stato così. I risparmiatori, soprattutto in America, se ne sono accorti nel 2008, quando si sono trovati i portafogli pieni di mutui subprime cartolarizzati. Oggi le cose sono cambiate. In generale il fondo obbligazionario a breve termine tende a soffrire di più quando si verificano rialzi dei tassi di interesse. Un’eventualità che la Federal Reserve, ad esempio, sta prendendo in considerazione. “Detto questo, i portafogli bond short term di solito offrono un rendimento dell’1,5%-2% maggiore rispetto ai fondi di liquidità (a seconda degli strumenti su cui investono)”, spiega uno studio di Fidelity. “Tuttavia, se un investitore pensa di avere bisogno di soldi nel giro di un anno o ha una propensione al rischio molto bassa, allora i fondi di liquidità sono un’opzione migliore”.
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