Per corporate bond di qualità e a basso rischio meglio rivolgersi ai settori beni di consumo e salute. Gli analisti del credito di Morningstar, nella loro selezione di settembre delle emissioni europee investment grade a breve termine (con scadenza nel 2019) promuovono i titoli dei due comparti.
Gli investment grade tra i consumer
Relx è attiva nell’industria dell’editoria e dei dati. La società britannica, che fornisce strumenti di analisi a terzi e pubblica riviste nel campo legale e in quello scientifico come ad esempio “The Lancet”, è riuscita a costruirsi nel tempo una forte posizione di vantaggio nei confronti dei competitor grazie alla qualità dei suoi servizi e all’elevato grado di fidelizzazione dei clienti. La stabilità del business, inoltre, è garantita dal fatto di operare (in alcuni segmenti di attività) in veri e propri regimi di oligopolio e di offrire prestazioni che rappresentano una parte marginale dei costi operativi dei clienti, cosa che la mette al riparo da possibili tagli alle spese di questi ultimi.
“Il giudizio di BBB sul merito creditizio di Relx è conseguenza degli ampi e stabili flussi di cassa dell’azienda e di un rapporto debito/Ebitda pari a due. L’emissione con scadenza nel 2019, inoltre, presenta uno spread di 102 basis point nei confronti del bund tedesco con scadenza tre anni”, dice Wayne Stefurak analista del credito di Morningstar.
Il rating di A sul debito di Diageo è frutto della sua leadership nel mercato degli alcolici. L’azienda britannica è il primo produttore al mondo di liquori, possiede sette dei 20 marchi di superalcolici più venduti ed ha una rete di distribuzione e una potenza nel marketing che non hanno rivali. Questa forte posizione di vantaggio garantisce al gruppo margini di profitto e rendimenti del capitale superiori alla concorrenza.
“Il management di Diageo ha adottato una gestione finanziaria assolutamente disciplinata. L’azienda ha un rapporto debito/Ebitda attorno a 2,6, il più basso tra gli operatori del settore. Ci aspettiamo che nel lungo periodo rimanga stabile su questi livelli nonostante la società non disdegni la possibilità di finanziare nuove acquisizioni. Una fetta consistente dei suoi impegni andranno a scadenza nel breve termine, ma questo non dovrebbe essere un problema per il gruppo che può contare su flussi di cassa molto generosi”, dice Wesley Moultrie analista del credito di Morningstar. “L’emissione con scadenza nel 2019 ha uno spread di 66 punti base nei confronti del pari scadenza tedesco”.
I titoli nell’healthcare
Amgen e Sanofi sono invece tra i migliori titoli obbligazionari nel settore healthcare. La prima è riuscita a costruirsi una posizione di vantaggio all’interno del settore biotech grazie all’offerta nel segmento dei prodotti oncologici e immunologici (legati alla cura del sistema immunitario). Questa industria, infatti, richiede processi produttivi molto complessi e costosi e un ingente investimento nel marketing. Condizioni che scoraggiano l’ingresso di nuovi competitor.
“A giugno 2016 il debito del gruppo farmaceutico ammontava a circa 33 miliardi di dollari, pari a circa tre volte il reddito operativo, un ammontare del tutto sopportabile considerato la liquidità disponibile (oltre 36 miliardi di dollari) e oltre nove miliardi di dollari in flussi di cassa annuali. Il nostro giudizio sul merito creditizio di Amgen è pari ad A e la sua emissione con scadenza nel 2019 ha uno spread di 68 punti base”, dice Julie Utterback, analista di Morningtar.
Il rating di AA- sul debito di Sanofi deriva dall’elevato Moat del gruppo farmaceutico francese costruito grazie a numerosi brevetti e a larghe economie di scala. L’azienda è attiva anche nel mercato dei vaccini, delle malattie rare e dei prodotti per la cura personale (come vitamine, medicinali per i sintomi influenzali, etc.) Questo le permette una buona diversificazione del portafoglio e dunque una stabilità dei flussi di cassa. “Sanofi ha una buona dose di liquidità di cassa e una leva finanziaria discretamente bassa. Questo significa che può permettersi di aumentare il suo indebitamento per finanziare nuove acquisizioni o per remunerare gli azionisti senza intaccare il suo merito creditizio”, dice Julie Utterback, analista di Morningstar.
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