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Nello scatto vince il bond

Sul breve termine, le obbligazioni sono in grado di dare maggiori soddisfazioni rispetto all’equity che funziona meglio con un orizzonte temporale oltre il decennio.

Marco Caprotti 22/09/2016 | 09:47
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Il mordi e fuggi in Borsa? Più facile dirlo che farlo. L’errore più comune è quello di lanciarsi a corpo morto sull’asset sbagliato, intendendo con questo termine uno strumento di investimento non adatto né alle condizioni di mercato che si stanno attraversando né agli obiettivi dell’investitore. “Un risparmiatore può convincersi che l’equity, siccome negli ultimi cinque ha avuto rendimenti migliori di altri strumenti, possa correre ancora”, spiega Christine Benz, responsabile della ricerca sulla finanza personale di Morningstar. “Sulla sponda opposta, quella più prudente, ci sono quelli per cui, al fine di ottenere rendimenti in breve tempo, conviene orientarsi su strumenti più sicuri come, ad esempio, i titoli di debito o gli strumenti monetari. Soprattutto con i secondi prodotti l’idea non è del tutto sbagliata. Ma se l’orizzonte temporale di investimento di un operatore è superiore ai due anni, allora il nostro ipotetico risparmiatore si troverebbe a dover fare i conti con gli effetti erosivi dell’inflazione”.

Le probabilità degli asset
Investire nel breve e medio termine, per certi versi equivale a un gioco di probabilità. Un esempio in questo senso viene dall’indice americano S&P500. Se si osservano periodi di decenni (rolling) dell’ultimo quarto di secolo, il paniere ha dato rendimenti (in dollari) del 92%. Facendo il calcolo sui due o tre anni dal 1991 al 2016, invece, si vedono perdite di circa il 22% con crolli anche pesanti in 12 mesi. Chi avesse investito i suoi risparmi nell’S&P500 all’inizio del 2008 e avesse dovuto monetizzare nel 2009, avrebbe dovuto fare i conti con una perdita del 43%. “In questo senso le obbligazioni hanno dato prova di una maggiore tenuta”, dice Benz. Sempre nel quarto di secolo dell’esempio precedente, l’indice Barclays U.S. Aggregate Bond ha avuto un andamento positivo in ogni triennio preso in considerazione. Nei 12 mesi peggiori la perdita è stata più contenuta rispetto a quella registrata dall’equity nello stesso arco temporale: -3,7% (1993-1994). “Ma, come sempre, gli andamenti passati non danno nessuna garanzia su quelli futuri”, dice Benz. “Se i tassi di interesse salissero, come è possibile che accada, le perdite dell’obbligazionario risulterebbero maggiori e più frequenti di quanto siano state nel recente passato”.

Occhio ai 10 anni
Azioni e obbligazioni insomma, hanno luci ed ombre per chi si vuole muovere nel breve periodo. Le analisi di Morningstar sui rendimenti dimostrano che, quando l’orizzonte temporale di un investitore, è stato minore di 10 anni, le azioni si sono dimostrate un asset inaffidabile nel quale mettere tutti i soldi. “L’equity può essere una parte del portafoglio se l’orizzonte si avvicina ai 10 anni, ma non deve rappresentare l’unica scelta”, dice la responsabile della finanza personale di Morningstar. Come è meglio muoversi, quindi? “Se si sta investendo per una scadenza ravvicinata nel tempo come una ristrutturazione di casa, si possono prendere alcuni rischi, ma senza esagerare”, risponde Benz. “Bisogna anche considerare la propria capacità di risparmiare. Se i rendimenti di un asset ‘sicuro’ come i bond possono subire l’attacco di elementi particolari come un rialzo dei tassi di interesse, allora bisogna appoggiarsi di più ai soldi che si è in grado di mettere da parte piuttosto che alle performance delle obbligazioni che si posseggono”.

Gli investitori, in ogni caso, farebbero bene a tenere d’occhio entrambe le asset class. Secondo uno studio della Federal Reserve of New York, infatti, in corrispondenza dei rispettivi massimi ciclici, l’andamento del mercato del debito tende ad anticipare quello azionario. Le caratteristiche di tale anticipo e l'entità della discesa dei prezzi delle obbligazioni variano da ciclo a ciclo. I tassi a breve termine sono solitamente i primi che iniziano a crescere, seguiti poi da quelli a lungo termine.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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