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L’industria degli Etf punta sulla sostenibilità

Negli Usa, l’offerta di replicanti di indici Esg si è notevolmente ampliata, con 17 lanci negli ultimi due anni, il che mette a disposizione agli investitori una gamma di scelta più ampia.

Jon Hale 26/09/2016 | 09:10
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La crescita costante dell’interesse del mercato verso le tematiche Esg (ambientali, sociali e di governance) non è sfuggita agli emittenti di Exchange traded funds, con l’industria che offre sempre più alternative a chi vuole investire “responsabilmente”.

Per anni, le principali opzioni per gli investitori Esg sono state limitate all’industria delle energie alternative o al settore idrico. Due categorie di investimenti che hanno visto la loro raccolta diminuire drasticamente nell’ultimo periodo a causa delle performance non brillanti e della loro difficile collocazione in portafoglio.

È da circa un decennio che Etf di questo tipo sono disponibili, ma qualcosa sta cambiando e anche molto velocemente. Negli Stati Uniti (mercato che storicamente anticipa i trend europei di qualche anno), sono quotati attualmente 20 replicanti di tipo Esg al di fuori dei campi delle energie alternative e dell’acqua (17 dei quali lanciati negli ultimi due anni). Questo gruppo gestisce oggi 1,9 miliardi di dollari e con ogni probabilità supererà gli asset detenuti dagli strumenti esposti alle energie alternative e all’acqua (2,3 miliardi).

Questi 20 fondi passivi quotati si rivolgono a quegli investitori che vogliono integrare criteri di sostenibilità nella loro esposizione azionaria. Il gruppo, infatti, è composto da un fondo bilanciato e 19 fondi azionari.

Gli indici replicati utilizzano diversi approcci all’investimento responsabile. Il primo approccio, ad esempio, si basa sulla sostenibilità relativa dell’azienda, valutando cioè la gestione ambientale, sociale e di governo in relazione alle società concorrenti. Questo è anche lo stesso principio dietro al Morningstar Sustainability Rating. I due Etf che per primi hanno applicato questi concetti sono l’iShares MSCI KLD 400 Social e l’iShares MSCI USA ESG Select.

Il secondo approccio, invece, è concentrato sulla carbon footprint (impronta di carbonio) dei portafogli, mirando quindi a investire in aziende che hanno deboli emissioni inquinanti. Di questo gruppo, fanno parte ad esempio lo SPDR S&P 500 Fossil Fuel Reserves Free (sui titoli americani) o l’iShares MSCI ACWI Low Carbon Target (sulle azioni internazionali).

Quattro nuove offerte nate di recente, invece, hanno come tema centrale l’uguaglianza sul posto di lavoro: lo SPDR SSGA Gender Diversity Index investe in aziende che si trovano ai primi posti nei loro rispettivi settori per la presenza di donne in funzioni di vertice.

Infine, la prossima ondata di Etf “responsabili” potrebbe far parte di un ulteriore approccio: l’impact investing (investimento a impatto, clicca qui per approfondire). I portafogli di questo tipo non mirano solo a investire in aziende che presentano i criteri Esg, ma tentano anche di anticipare determinati obiettivi ambientali o sociali. Ad esempio, l’iShares MSCI Global Impact, lanciato nell’aprile 2016, investe in società impegnate a allinearsi agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu.

Gli investitori interessati ai temi Esg hanno ora un ventaglio di scelta importante, che spazia tra diversi approcci e tematiche (de-carbonizzazione, uguaglianza tra sessi, progetti ambientali), invece di limitarsi alle energie pulite e all’acqua.

La maggior parte dei nuovi prodotti, comunque, resta di piccola taglia, solo sei su 20 superano quei 75 milioni di dollari di patrimonio che sono di solito visti come la soglia minima per attrarre flussi importanti. Tre di questi sono stati sviluppati dagli emittenti assieme a investitori istituzionali, un modo efficace per assicurarsi una buona base di partenza.

Detto questo, siamo convinti che gli Etf di questo tipo continueranno a crescere nel futuro prossimo, in termini di asset, se non di nuovi prodotti, grazie soprattutto all’interesse ampio e ancora in crescita in queste tematiche, senza dimenticare lo sviluppo di nuove offerte Strategic beta

Tutti gli Etf citati nell’articolo non sono quotati su Borsa Italiana, ma su listini americani.

ETF ESG

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Jon Hale  è Head of sustainable investing research in Morningstar.

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