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Gli investitori voltano le spalle all’Europa

I riscatti superano le sottoscrizioni di fondi specializzati sulle azioni del Vecchio continente da inizio anno. Ma dalla crisi del debito sovrano, il bilancio è positivo quasi per tutti.

Sara Silano 19/10/2016 | 09:23
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Gli investitori in fondi hanno ridotto l’esposizione alle Borse europee nel 2016. Secondo le stime Morningstar sui flussi, da gennaio tutte le categorie che investono sull’azionario del Vecchio continente sono in rosso, con l’eccezione delle small cap dell’area euro (+213 milioni) e un magro +39 milioni degli Eurozona flex-cap.

I riscatti hanno colpito soprattutto la categoria equity Europa large cap blend, che è anche la più grande in termini di patrimonio gestito, e quella Europa ex-Uk (sempre a larga capitalizzazione). Tutta colpa di Brexit? Sicuramente, l’inaspettato esito del voto inglese, favorevole all’uscita del Regno Unito dall’Ue, ha influenzato le scelte degli investitori, ma ha solo accelerato un trend negativo in corso dall’inizio dell’anno, soprattutto per i fondi specializzati sulle large cap.

Flussi netti categorie Azionarie Europa

Troppi dubbi sul 2016
Dopo un buon 2015, in termini di flussi netti, a gennaio gli investitori hanno dovuto fare i conti con l’aumento della volatilità sulle Borse europee, dovuto al riaffiorare dei dubbi sulla crescita globale e al deterioramento delle aspettative sull’inflazione, tanto che nei primi mesi del 2016 si è tornato a parlare di ulteriori stimoli monetari da parte della Banca centrale europea.

Nel corso dell’anno, poi, è maturata anche la convinzione che, dopo circa un decennio in cui il credo del mercato era stato quello che gli istituti monetari avrebbero aiutato a limitare le perdite negli asset rischiosi, le cartucce a disposizione di “Super Mario” si stavano riducendo. Infine, il voto inglese del 23 giugno ha generato ulteriore incertezza, che ha penalizzato soprattutto i titoli finanziari e ha accresciuto i timori di consultazioni popolari simili in altri paesi dell’Unione.

L’affondo di Brexit
Giugno e luglio sono stati i mesi in cui la reazione a Brexit è stata più violenta tra gli investitori in fondi. In soli due mesi, gli Azionari Europa large cap blend hanno subito deflussi netti per 5,2 miliardi di euro, quelli Europe ex-UK per 4,2 e gli Eurozona large cap per 2,4 miliardi. Hanno sofferto deflussi pure i comparti con focus sulla Borsa di Londra, anche se non ci sono state fughe di massa. Le categorie più colpite sono state le più grandi per patrimonio, in particolare quelle specializzate sui titoli large cap blend e ad alto dividendo.

Principali categorie Azionarie UK - Flussi netti

Luci e ombre del quinquennio
Nonostante il 2016 non sia ancora terminato, per alcune categorie, come gli Equity Europa large cap blend, rischia di essere peggiore rispetto al 2010-11, in piena crisi del debito sovrano. L’analisi storica dei flussi, tuttavia, mostra anche che il quinquennio 2010-15 è stato positivo per la quasi totalità dei fondi specializzati sul Vecchio continente con l’unica eccezione di quelli sull’area euro large cap, che sono stati i più sensibili al quadro macroeconomico e politico, oltre che finanziario.

Nello stesso periodo, è cresciuta la popolarità di un’altra categoria, quella dei fondi che selezionano titoli europei ad alto dividendo. I picchi di raccolta si sono registrati nel triennio 2013-15, perché gli investitori hanno cercato fonti di reddito alternative ai titoli di Stato i cui rendimenti sono scesi sempre più in basso.

Confronto Azionari Europa Reddito e Eurozone large cap

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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