Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti alla Morningstar Investment Conference di Milano. Sono Valerio Baselli e ho il piacere di trovarmi con Vicki Bakhshi, responsabile investimenti sostenibili per BMO Global Asset Management. Grazie per essere qui Vicki.
Vicki Bakhshi: Grazie a voi.
Baselli: Lei lavora nel campo degli investimenti sostenibili da molto tempo ormai. Secondo la sua esperienza, in che modo la sensibilità degli investitori (istituzionali e retail) verso questi temi è cambiata nel corso degli ultimi anni?
Bakhshi: Se torniamo indietro di dieci anni, gli investimenti sostenibili erano visti come un’attività di nicchia e le strategie ruotavano soprattutto attorno all’esclusione di aziende considerate “cattive”, come i produttori d’armi, di tabacco o di alcolici. Mentre in questi anni abbiamo visto un vero sviluppo di tali strategie, soprattutto grazie al fatto che gli investitori sono sempre più sensibili a tematiche quali il cambiamento climatico, le condizioni dei lavoratori e i diritti umani, perché realizzano che queste non sono problematiche etiche, ma finanziarie. Le aziende che hanno una buona corporate governance, che gestiscono bene le problematiche ambientali, non sono solo aziende “buone”, sono aziende ben gestite, che probabilmente offriranno buone performance nel lungo periodo.
Un altro grande cambiamento è stato passare dall’evitare il rischio, al cercare le opportunità. Il mondo affronta diverse sfide: cambiamento climatico, invecchiamento della popolazione, scarsità d’acqua. Le aziende che propongono delle soluzioni a questi problemi si trovano a operare in settori in crescita. Noi, ad esempio, puntiamo ad aziende nel settore sanitario, nella gestione dei rifiuti o nelle energie pulite.
Baselli: Quando parliamo di ESG, entriamo in un vasto universo di diversi parametri e possibili approcci. Quindi, in sostanza, è necessario fare delle scelte. Come integrate i criteri ESG nei vostri fondi?
Bakhshi: Innanzitutto bisogna capire di quale asset class si sta parlando. L’analisi sui rischi e le opportunità in termini Esg cambia se stiamo parlando di azionario, credito, debito sovrano, mercato immobiliare, etc.
Il nostro team azionario guarda ad esempio a tutta una serie di dati fondamentali che possono indicare se le aziende possano nascondere del rischio. Poi c’è un team focalizzato sui temi ambientali, sociali e di governance, che ripassano le analisi al primo team, che valuta se ci sono nuove informazioni che potrebbero far cambiare la visione fondamentale sull’azienda, in positivo o in negativo.
Baselli: L'interesse verso gli investimenti socialmente responsabili è cresciuto molto negli ultimi anni, anche se gli asset restano ancora molto marginali. Come può questo approccio essere spinto ancora di più?
Bakhshi: Se guardiamo ad esempio al mercato retail, se chiediamo alle persone se sono interessate nell’investire i loro soldi responsabilmente, moltissime diranno di sì. C’è stato un sondaggio del genere l’anno scorso nel Regno Unito, e circa il 50% dei partecipanti ha risposto di sì. Eppure, gli asset Esg sono circa il 2% del totale investito dai retail, c’è un gap enorme tra quello che le persone dicono di volere e quello che fanno davvero coi loro soldi.
Credo che ci siano due problemi, il primo è l’educazione finanziaria. Molti ancora pensano che scegliendo un approccio Esg debbano sacrificare una parte di rendimento, noi non crediamo questo. Al contrario, pensiamo che possa migliorare le performance di lungo periodo. E poi credo che spesso la gente non conosca le opzioni a loro disposizione in termini di strumenti. Molti consulenti finanziari ancora non propongono veicoli d’investimento Esg e poi a volte c’è anche una confusione a livello di terminologia. C’è davvero un bisogno di educazione e di spiegare agli investitori che questo potrebbe essere qualcosa di interessante per loro e che c’è tutta una serie di strumenti a loro disposizione.
Baselli: Grazie Vicki.
Bakhshi: Grazie.
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