VIDEO: Esg, l’azienda conta più del settore

Secondo Isabel Reuss (Allianz GI) tassazione agevolata e reportistica puntale potrebbero far decollare gli investimenti sostenibili. Ma gli investitori devono sempre avere un’ottica di lungo periodo.

Valerio Baselli 17/11/2016 | 00:51
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Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti. Sono in compagnia di Isabel Reuss, gestore azionario specializzato sugli investimenti socialmente responsabili (ISR – SRI) per Allianz Global Investors. Buongiorno Isabel e grazie.

Isabel Reuss: Grazie per l’invito.

Baselli: L’interesse verso gli investimenti socialmente responsabili è cresciuto molto negli ultimi anni, anche se le masse restano comunque molto marginali. In che modo, magari anche dal punto di vista legislativo, si potrebbe spingere questo approccio?

Reuss: Naturalmente la prima cosa sarebbe dal punto di vista fiscale, sulla tassazione sugli investimenti sostenibili, che comunque sono investimenti per il futuro e la prossima generazione. È una proposta che è stata portata avanti anche dal Forum sulla finanza sostenibile qui in Italia. Ma sappiamo che qualsiasi cambiamento fiscale è difficile.

Io credo però che anche cambiando la legislazione sul reporting le cose possano cambiare. Conosciamo il lavoro che il Financial Stability Board sta facendo proprio su questo tema, e se questo diventa, come sembra, una proposta europea, vorrà dire che tutti i fondi, non solo quelli dichiaratamente sostenibili, dovranno fare reporting sui criteri Esg. A quel punto l’interesse aumenta, e l’abbiamo visto; la gente si interesserà di più e capirà che nel lungo periodo può essere una strategia molto buona.

Baselli: Quali sono I settori azionari dove si trovano le opportunità più interessanti in termini di aziende sostenibili?

Reuss: Da questo punto di vista non è importante il settore, ma la società. Ci sono tre punti da valutare. Primo, come viene gestita dal punto di vista della sostenibilità una società, come questa società riesce a controllare la propria catena produttiva, e infine quanto sono sostenibili i suoi prodotti o servizi finali. Per cui, più che un settore o un altro, conta come è strutturata la società. Facciamo un esempio: anche le aziende chimiche possono essere sostenibili, vediamo gli enzimi che si usano nel detersivo; invece di lavare a 90 gradi si lava a 30 gradi. Questo risparmio di energia rende il prodotto più sostenibile dal punto di vista ambientale.

Baselli: Cosa direbbe a un investitore oggi indeciso sull’includere o meno i criteri Esg nel proprio portafoglio?

Reuss: Credo che oggi l’analisi della sostenibilità sia diventata a tutti gli effetti un altro tipo di analisi finanziaria. A che cosa serve questo? Serve per ridurre il rischio. Un rischio che in questo cosa potrebbe riguardare non un “profit warning”, ma ad esempio un problema con la governance della società.

Inoltre, bisogna sempre ricordare che gli investimenti sostenibili pensano nel lungo termine, per le generazioni future, per i nostri figli, per il nostro pianeta, per noi stessi, ma sempre a lungo termine.

Baselli: Grazie mille a Isabel Reuss.

Reuss: Grazie.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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