Sono tre gli Exchange traded product (Etf) europei sul debito governativo dei paesi emergenti che hanno il Morningstar Analyst rating, il giudizio qualitativo e previsionale attribuito dal team di ricerca, sulla base dell’analisi di cinque pilastri: i processi, le performance, il team di gestione, l’emittente e i costi (la metodologia è la stessa utilizzata per i fondi attivi).
Gli Etf in valuta forte
Tutti hanno un rating positivo: due sono Silver e uno Bronze. Nel dettaglio, la medaglia d’argento iShares J.P. Morgan USD Emerging Market Bond offre un’esposizione ai titoli di stato delle aree in via di sviluppo, che sono denominati in dollari. Replica “fisicamente” l’indice J.P. Morgan EMBI Global core, che comprende obbligazioni con un valore minimo circolante di 1 miliardo di dollari e scadenza residua di 2,5 anni. “Confrontato con la categoria, si colloca nel primo quartile a tre e cinque anni”, spiega Jose Garcia-Zarate, direttore associato della ricerca sulle strategie passive.
…e quelli in divisa locale
E’ medaglia d’argento anche l’Etf SPDR Barclays Emerging Markets Local Currency Bond, che, però, è in valuta locale e replica “fisicamente” l’indice Barclays Emerging Markets Local Currency Liquid Government Bond. “Anch’esso ha costantemente battuto i concorrenti, sia attivi che passivi, a tre e cinque anni”, dice l’analista. “In termini di rendimenti corretti per il rischio, si è collocato nella parte superiore del primo quartile”.
Sempre in divisa locale, è disponibile per gli investitori europei, l’Etf iShares Emerging Market Local Government Bond, che però ha un Analyst rating più basso, pari a Bronze. Adotta un metodo di replica fisica dell’indice Barclays Emerging Markets Local Currency Core Government Bond.
Occhio agli indici
“Dal punto di vista esclusivamente delle performance, l’Etf di SPDR ha un vantaggio rispetto a quello di iShares, ma il benchmark del secondo ha subito diversi cambiamenti nella sua costruzione per cui ora è diventato più simile al paniere replicato dal primo”, spiega Garcia-Zarate, il quale ricorda che la scelta dell’indice è cruciale nel caso dei fondi passivi, perché uno stesso provider (in questo caso Barclays) può avere diverse varianti che producono risultati differenti, con conseguenti impatti sulle performance dell’investitore.
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