Gli Exchange traded fund (Etf) sono strumenti ormai disponibili in tutte le salse. Una volta quasi esclusivamente riservati alla replica dei grandi indici azionari dei paesi sviluppati, oggi coprono praticamente tutte le asset class, con un’offerta variegata e piuttosto ampia.
È il caso ad esempio del reddito fisso emergente, classe di attivo a cui sono dedicati ben 18 Etf quotati su Borsa Italiana, i quali spaziano tra sei diverse categorie Morningstar. Di questi, 15 sono esposti più propriamente ai mercati emergenti globali, uno alle obbligazioni asiatiche e due ai bond emessi in renminbi, la valuta cinese (vedi sotto).
I paesi in via di sviluppo sono tornati al centro dell’interesse e il reddito fisso non fa eccezione, con oltre 8 miliardi di euro raccolti da inizio anno in Europa (dati Morningstar a fine ottobre, clicca qui per approfondire). D’altra parte, in un mondo a crescita piatta e a tassi d’interesse nulli, gli investitori obbligazionari cercano investimenti che possano dar loro del reddito, senza però perdere di vista i fondamentali economici che in molti paesi sono in miglioramento.
Certo, l’esito elettorale statunitense potrebbe avere diverse implicazioni per i mercati emergenti, in particolare per quelli centro americani, considerando i potenziali rischi di ribasso dovuti al maggiore protezionismo commerciale, alle misure anti-immigrazione e alla prevista espansione della spesa pubblica. Anche l’atteso e graduale rialzo dei tassi d’interesse da parte della Fed l’anno prossimo (ma con ogni probabilità già a dicembre) potrebbe in qualche modo “raffreddare” l’infatuazione degli investitori con i paesi emergenti, spostando i flussi verso gli Stati Uniti.
Tuttavia, molti di questi rischi sono in gran parte già “prezzati” nei valori attuali. “Quest’anno i valori delle commodity sono tornati a salire, le valute locali hanno riguadagnato terreno rispetto al dollaro e anche se in dicembre è probabile un aumento dei tassi da parte della Fed i mercati scontano già un inasprimento tra 25 e 50 punti base e il picco del ciclo sarà probabilmente più basso di quanto temessimo un anno fa”, si legge in una nota a firma di Simon Lue-Fong, responsabile debito emergente di Pictet Asset Management.
“La riduzione dell’inflazione nei Paesi emergenti, in particolare nell'area delle commodity, è stata fonte di grande ottimismo poiché offre alle banche centrali maggiori opportunità di allentare la politica monetaria – prosegue la nota – Lo scorso anno le autorità monetarie dovevano fare i conti con l’aumento dell’inflazione e la svalutazione delle divise, un circolo vizioso che le costringeva ad alzare i tassi nonostante il rallentamento congiunturale. Da allora, si è verificata una svolta nel ciclo economico. Le valute si sono apprezzate e l’inflazione è diminuita consentendo alle banche di tagliare i tassi e stimolare la crescita”.
Tra i 15 (18 se si contano le due categorie esposte all’Asia e alla Cina) replicanti quotati su Borsa Italiana, ce ne sono tre attualmente coperti dalla ricerca qualitativa di Morningstar, che presentano quindi il nostro Morningstar Analyst Rating. Clicca qui per approfondire l’analisi di questi tre Etf.
Di seguito sono invece elencati tutti gli Etf dedicati alle obbligazioni emergenti quotati su Borsa Italiana divisi per categorie Morningstar (cliccare sopra per visualizzarli).
Obbligazionari Asia – Valuta Locale
Obbligazionari Corporate – Paesi Emergenti
Obbligazionari Paesi Emergenti
Obbligazionari Paesi Emergenti EUR
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