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VIDEO: L’Esg piace passivo, ma il gestore può fare la differenza

Secondo Steven Smit (Morningstar), l’investimento responsabile offre grandi opportunità ai manager attivi, anche se i replicanti stanno attirando sempre più flussi. E il Sustainability Rating dev’essere integrato con altri strumenti. 

Valerio Baselli 30/11/2016 | 09:45
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Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti alla Morningstar Investment Conference di Milano. Sono Valerio Baselli e mi trovo in compagnia di Steven Smit, responsabile Esg di Morningstar. Buongiorno Steven e grazie.

Steven Smit: Buongiorno Valerio.

Baselli: È da circa sette mesi che Morningstar ha lanciato il proprio Sustainability Rating.L’idea è quella di mostrare agli investitori il profilo Esg (Environment, social and governance) di un fondo in confronto ai suoi concorrenti. Ma perché gli investitori dovrebbero prendere in considerazione l’Esg?

Smit: Sappiamo che il mondo sta cambiando e che le persone sono sempre più sensibili alle problematiche legate a questi tre aspetti: ambiente, società e governance. Affrontiamo grandi temi come il cambiamento climatico, l’inquinamento, le condizioni sociali dei lavoratori, il buon governo delle aziende e dei paesi. Le persone vogliono fare qualcosa riguardo a tutto ciò e crediamo che nell’attività di investimento sia la stessa cosa. Gli investitori cercano di allocare i propri capitali seguendo altre vie, attraverso una nuova lente e, guardano il livello di sostenibilità dei fondi comuni, questo rating risponde a queste esigenze.

Baselli: Secondo i nostri dati, quasi la metà del patrimonio investito in fondi azionari globali che si dichiarano socialmente responsabili è detenuto da strumenti passivi. Credi che il futuro delle strategie Esg risieda nella gestione passiva?

Smit: In un certo senso sì, in effetti vediamo che i flussi vanno in questa direzione, anche perché sempre più fondi passivi ed Etf stanno adottando strategie Esg. Ma allo stesso tempo qui c’è una grande opportunità per i gestori attivi, perché ci sono strumenti accessibili ai soli gestori attivi che sono fondamentali per l’investimento responsabile. Ad esempio, l’azionariato attivo nelle società in cui s’investe, attraverso l’uso del voto, al fine di cambiare in meglio le politiche aziendali; e anche il poter reagire rapidamente a eventi che possono accadere e che riguardano la società. Questi sono strumenti che gli investitori passivi hanno in una misura decisamente inferiore.

Baselli: Gli investitori interessati a includere i criteri Esg nel proprio portafoglio, come possono utilizzare il Sustainability Rating?

Smit: È molto semplice, il rating è disponibile e visibile a tutti sul sito di Morningstar, su cui si possono quindi confrontare migliaia di fondi. Esso va da uno a cinque globi ed è un giudizio relativo a ogni categorie, mentre il Sustainability Score, anch’esso disponibile sul sito, è un giudizio assoluto.

Quindi, l’investitore può oggi includere anche la lente Esg agli strumenti disponibili per scegliere un fondo, il che è molto importante. Allo stesso tempo noi ricordiamo sempre che si tratta di un parametro generale e che gli investitori dovrebbero scavare un po’ più a fondo. Noi abbiamo informazioni più approfondite, così come i gestori dei fondi. Raccomandiamo quindi di prendere in considerazione altri parametri, come il Morningstar Analyst Rating, il rapporto rischio-rendimento, e combinarli nella decisione d’investimento.

Baselli: Grazie Steven.

Smit: Piacere mio.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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