Tante incognite e poche certezze. Gli investitori entrano nel 2017 con preoccupazione per i numerosi fattori che potrebbero condizionare i mercati, i cui esiti non sono scontati. Crescita lenta, inflazione in aumento, rischi geopolitici e cambiamento nelle politiche monetarie sono i temi su cui economisti e gestori terranno accesi i riflettori nei prossimi mesi.
Il rischio politico
Sul fronte politico, ci sono importanti appuntamenti elettorali in Germania (a settembre) e Francia (ad aprile), oltre che i negoziati per l’uscita del Regno Unito dalla Ue, che rappresenteranno dei banchi di prova per i mercati. “Una sorpresa nel 2017 potrebbe essere il cambiamento di rotta nella politica fiscale tedesca”, spiega Luca Tobagi, direttore degli investimenti di Invesco in Italia. “Finora è stata austera, ma in futuro il surplus di bilancio potrebbe essere usato per stimolare la crescita e i consumi, con l’obiettivo ultimo di creare consenso politico”.
Le politiche monetarie
In generale, il rischio politico è aumentato nel Vecchio continente, ma la Banca centrale europea è stata un forte anestetico per calmare i mercati. Le politiche monetarie continueranno a giocare un ruolo da protagoniste nel 2017, ma secondo Tobagi dovranno “gestire bene le aspettative dei mercati” per non erodere il loro patrimonio di credibilità, in una fase in cui l’efficacia marginale dei loro interventi si è ridotta, dopo le manovre espansive degli anni scorsi.
L’inflazione
Le loro decisioni acquistano ancora più rilevanza nei paesi, come gli Stati Uniti e la Germania, dove l’inflazione ha rialzato la testa. “Non ci aspettiamo fiammate dei prezzi”, dice Tobagi, “tuttavia registriamo il consolidamento delle dinamiche del costo della vita e del lavoro”.
Il portafoglio
Come comportarsi di fronte a queste sfide? “Usare la sfera di cristallo e confidare sulle previsioni geopolitiche è un esercizio pericoloso”, dice Dan Kemp, responsabile investimenti Emea di Morningstar investment management. “Meglio concentrarsi sul rischio di una perdita patrimoniale permanente, piuttosto che sulla volatilità di breve”.
Per evitare di vedere la loro ricchezza ridursi, gli investitori devono prestare attenzione a cosa muove le loro attività finanziarie. Da un lato, è bene ricordare che l’aumento dell’inflazione può creare volatilità anche tra gli strumenti cosiddetti risk-free, come i titoli di stato con alto rating. Dall’altro lato, la caccia ai rendimenti degli ultimi anni ha messo sotto pressione i ritorni da dividendi, che sono una parte importante in un portafoglio di lungo periodo. “Tuttavia, le aree di opportunità non mancano per chi ha un approccio fondamentale”, conclude Kemp.
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