La Bce impone la diversificazione

Alla luce della politica monetaria dell’Eurotower, dicono gli operatori, è meglio avere obbligazioni dei mercati emergenti e lasciare la porta aperta per cambi di duration e di scadenze. 

Marco Caprotti 25/01/2017 | 09:17
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Diversificare. Sia in termini di aree geografiche, per chi se la sente, spostandosi sui mercati emergenti; ma anche in termini di duration e di scadenze dei bond. E’ il suggerimento che arriva dagli operatori quando si parla di investimento nel redito fisso alla luce delle decisioni della Banca centrale europea. Il governatore dell’Eurotower, Mario Draghi, dopo l’ultima riunione del direttivo della Bce ha detto che l’istituto manterrà una "politica estremamente accomodante" per sostenere la crescita e centrare gli obiettivi di un’inflazione vicina al +2% nel medio termine. Ma si è anche detto certo che arriverà il momento del tapering, la stretta agli stimoli, e che andrà affrontato con “attenta analisi e prudenza”.

“Gli investitori in obbligazioni potrebbero restarci male se la Banca centrale dovesse fermare il programma di acquisto di bond che sta portando avanti”, spiega Clémence Dachicourt, portfolio manager di Morningstar Investment Management Europe. “Secondo i nostri calcoli sul mercato ci sono ancora fra i 6mila e gli 8mila miliardi di dollari di obbligazioni con rendimento negativo: un eventuale rialzo dei tassi si trasformerebbe in una perdita di capitale permanente per gli investitori”. Da questo punto di vista il debito emergente continua a rappresentare un attivo interessante. “E’ vero che ha sofferto per l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca e per le politiche protezionistiche della nuova amministrazione che potrebbero pesare sulle aree in via di sviluppo in generale e sulla Cina in particolare”, dice Dachicourt. “Ma stiamo comunque parlando di regioni dove i fondamentali sono migliorati e dove la Cina rappresenta solo una parte degli indici, sia in valuta locale che hard currency (il 4% circa dei panieri JPM GBI -EM e JPM EMBI)”.

Per chi resta nell’Eurozona
Per chi preferisce restare dalle parti di Eurolandia, gli analisti di Morningstar esprimono un giudizio positivo su HSBC Euro Government Bond HC (Analyst rating Silver, 4 stelle). La duration totale del fondo può cambiare fino a due anni rispetto al benchmark CITI EMU GBI Index. “In pratica, però, il gestore tende a stare all’interno di un anno, anche alla luce dei ridotti margini di manovra che ha in termini di tracking error (1%, lo scostamento di performance di un'attività finanziaria rispetto al suo indice di riferimento, o benchmark.)”, spiega Mara Dobrescu, fund analyst di Morningstar, in un report del 12 dicembre 2016. “Il manager però cercare anche di aggiungere valore posizionando il fondo sulla curva dei rendimenti e attraverso la selezione individuale dei bond, inclusi quelli inflation linked (fino al 15% degli asset). In generale crediamo che questo sia un approccio efficace che combina diversi elementi in grado di creare performance con un buon controllo del rischio e che, nel corso del tempo sia stato attuato in maniera efficace”. In base ai dati aggiornati a fine 2016 il fondo ha una duration media di 7 anni circa, titoli con scadenze (medie) a 10 anni. Per quanto riguarda il livello di rating delle obbligazioni la media è di singola A.

Gli analisti puntano i fari anche su Natixis Souverains Euro RD (Analyst rating Bronze, 4 stelle). “L’approccio mira ad aggiungere valore facendo leva su quattro fattori: gestione della duration (in un'ampia fascia da 1 a 12 anni), posizione sulla curva del rendimento, selezione di paesi e diversificazione (inflation-linked, quasi-sovereign o debito garantito dallo Stato, fino al 30% degli attivi per ognuna di queste aree)”, dice Dobrescu in un report di fine agosto 2016. “Lo scenario macroeconomico definito su base top-down dal team genera opinioni direzionali e un modello di portafoglio su cui si basano tutti i fondi gestiti da membri del team. Il gestore può scostarsi dal portafoglio modello (la duration del fondo può variare del +/-7,5% rispetto ad esso, ad esempio) ed è responsabile della scelta delle obbligazioni e del timing delle transazioni. Il rischio è gestito con un obiettivo di tracking error dell'1% rispetto all'indice di riferimento JPM EMU TR, che è sempre stato rispettato, e il gestore controlla continuamente anche lo spread del credito medio ponderato per la duration. Dal 2008 gli investimenti attivi si sono concentrati sull'allocazione per paese, ritenuta il motore principale di performance nel contesto di mercato attuale, in combinazione con un accorto posizionamento sulla curva del rendimento e l'adeguamento della duration”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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