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Come costruire un portafoglio poco inquinato

Le politiche di Trump non sono amiche dell’ambiente, ma gli investitori e le aziende vogliono meno CO2 in pancia. Ecco alcune soluzioni.

Sara Silano 22/03/2017 | 09:15
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C’è un rischio che sempre più investitori non vogliono avere in portafoglio: le emissioni di gas ad effetto serra. Il punto di svolta è stata la Conferenza sul clima di Parigi, che si è tenuta nel dicembre 2015 ed è conosciuta come COP21. In quella sede, 195 governi hanno firmato un accordo per mantenere sotto i due gradi l’aumento delle temperature e fare di tutto per scendere a 1,5 gradi. Secondo le stime del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, per raggiungere il primo obiettivo è necessario ridurre le emissioni del 40-70% rispetto al 2010 entro il 2050; per arrivare al secondo il taglio è ancor più netto (70-95%).

L’impronta di carbonio
Molti investitori istituzionali a livello globale, in particolare i fondi pensione, sono già entrati in azione. Il primo passo è quantificare l’esposizione alla CO2 del portafoglio. Si tratta del cosiddetto carbon footprint, ossia della quantità (normalmente espressa in tonnellate) delle emissioni di gas ad effetto serra associate direttamente o indirettamente a un prodotto, un’organizzazione o un servizio. Il secondo passo consiste nell’intraprendere delle misure per ridurre l’esposizione a questo rischio. Una possibilità è quella di uscire dalle aziende più inquinanti, un’altra è di incentivare le imprese ad intraprendere un cammino di riduzione delle emissioni, un’altra ancora è scegliere le più sostenibili dal punto di vista ambientale.

Fondi a basse emissioni di CO2
Non solo gli istituzionali, ma anche gli investitori individuali possono fare la loro parte. Una via è quella di acquistare fondi che non contengono combustibili fossili (cosiddetti fossil-free), ossia che escludono aziende che posseggono riserve di petrolio, gas naturale o carbone e, in alcuni casi, anche le industrie collegate (ad esempio le raffinerie, i produttori di impianti e le utilities). Per trovarli, è possibile consultare il sito Fossil Free Fund, gestito da un’associazione no-profit, As you sow (i dati sui fondi sono forniti da Morningstar). E’ possibile cercare per nome, ticker o famiglia di prodotti. Purtroppo, al momento è disponibile solo l’universo americano per cui si può ricercare comparti che hanno un “cugino” negli Stati Uniti o Exchange traded fund.

Un’alternativa sono i prodotti low carbon, i quali non escludono necessariamente l’industria dei combustibili fossili, ma cercano le aziende con un basso carbon footprint. Ne sono un esempio Amundi ETF Msci World Low carbon (quotata anche in Borsa italiana) e BNPP Easy Low carbon 100 Europe (disponibile sull’Euronext). Entrambi replicano panieri di titoli a minor intensità di carbonio rispetto ai benchmark tradizionali. Il primo è globale; il secondo europeo.

Punteggio sull’ambiente
Infine, un’ultima opzione è verificare il punteggio di sostenibilità ambientale dato da Morningstar ai fondi. Esso è parte del Sustainability rating (clicca qui per saperne di più). Nonostante non sia focalizzato esclusivamente sul cambiamento climatico, dà un’indicazione di come un’azienda si comporta in relazione all’ambiente (politiche di riduzione degli scarti e dell’inquinamento, gestione dei rischi, trasparenza ed eventuali controversie). Un Environmental score elevato significa che il portafoglio del fondo è composto prevalentemente da imprese attente a questo fattore.

Fondi azionari Europa con più alto punteggio sull'ambiente

Trump non fermerà la lotta all’inquinamento
E’ vero che le politiche di Donald Trump sono meno “amiche” dell’ambiente di quelle del suo predecessore alla Casa Bianca, Barack Obama, ma secondo Jon Hale, capo della ricerca Morningstar sulla sostenibilità, “la maggior parte delle compagnie energetiche e di servizi di pubblica utilità continuerà a ridurre le emissioni e a ricercare fonti alternative, perché economicamente ha più senso andare in questa direzione. E’ possibile anche che gli investitori raddoppino i loro sforzi per fermare il surriscaldamento globale con i loro comportamenti, incluse le scelte di portafoglio”.

Per approfondimenti sulla nostra metodologia di analisi e rating sui fondi, clicca qui.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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