“I soldi non fanno la felicità”. Lo abbiamo sentito dire tante volte. Si può essere d’accordo o meno, ma in questa espressione ci sono le due facce del rapporto con il denaro: quella materiale/razionale e quella emotiva.
Le nostre azioni, anche quando si parla di investimenti, sono influenzate dalle nostre attitudini verso qualcosa o qualcuno. Ad esempio, se pensiamo che risparmiare sia un bene, saremo più predisposti a farlo. Se, al contrario, preferiamo “vivere il momento”, saremo più propensi a spendere senza preoccuparci del domani. L’ambiente in cui cresciamo, ossia la famiglia o gli amici, possono influenzare e plasmare il nostro rapporto con il denaro. Ci sono paesi, come un tempo lo era l’Italia, dove il tasso di risparmio è elevato e altri (Stati Uniti) dove è storicamente basso. Infine, è importante quanto siamo convinti di fare qualcosa e quale capacità di controllo delle nostre emozioni abbiamo nel farlo.
Dietro le quinte del rapporto con il denaro
Fonte: Morningstar
I detti
Ci sono molte credenze comuni che possono portare a cattive abitudini finanziarie. Ne sono esempi: “Col denaro tutto si compra”, “Il denaro è un buon servo e un cattivo padrone”, “Si è schiavi del denaro o della sorte” o “Il denaro è una maledizione quando non se ne ha abbastanza”.
Spese strategiche
Nella gestione quotidiana, poi, il metodo più usato è quello delle entrate e uscite, ma per Sarah Newcomb, economista comportamentale di Morningstar, ha molti limiti perché non ci dà nessuna informazione su quali siano le nostre fonti e dove vada il denaro speso. Un’alternativa è quella di considerare ogni spesa come una strategia per soddisfare un bisogno fondamentale umano (primario e non). Quest’ultimo è costante, mentre il modo per raggiungerlo può cambiare.
Risorse e debiti
Di conseguenza, è necessario sapere da dove arrivano i nostri soldi. Le risorse rientrano in tre grandi tipologie: il lavoro, la proprietà immobiliare e il capitale. Esse vanno coltivate per arrivare ai propri obiettivi, siano essi di sopravvivenza, sicurezza, benessere o altro. Questo significa ad esempio acquisire maggiori competenze per ottenere una posizione occupazionale migliore e quindi potenzialmente uno stipendio più elevato, oppure ottimizzare l’impegno della propria liquidità per aumentare la probabilità di rendimenti superiori o l’efficienza fiscale.
Le risorse generano i nostri asset, ossia i beni a disposizione per raggiungere gli obiettivi. Sul fronte opposto ci sono i nostri debiti (carte di credito, finanziamenti, mutui) che assottigliano il nostro patrimonio e possono compromettere la soddisfazione dei nostri bisogni.
Ponendo in questi termini il nostro rapporto con il denaro, comprendiamo come le nostre strategie debbano essere sostenibili, per cui dobbiamo raggiungere i nostri obiettivi di oggi senza compromettere quelli di domani.
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