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Indici europei a confronto sulla sostenibilità

Il Morningstar Sustainable Index sottopesa Regno Unito e Russia, danneggiati dalle controversie aziendali, mentre è più esposto a Francia, Svizzera e paesi nordici, nelle prime posizioni in base ai parametri ESG. La ripartizione settoriale premia i consumer defensive e penalizza finanza e salute.  

Francesco Lavecchia 25/05/2017 | 12:35
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Investi in Europa e sei sensibile alle tematiche ESG? Se questo è il tuo profilo allora faresti bene ad alleggerire il peso dei titoli britannici e russi e a limitare l’esposizione ai settori di finanza e salute. Questo è quanto emerge dal confronto tra l’indice Morningstar Europe e il suo omologo creato in base a criteri di sostenibilità, il Morningstar Europe Sustainable Index.

Quest’ultimo, come tutti i cloni appartenenti allo stesso filone, deriva da un processo di scrematura che parte dall’universo rappresentato dalle constituent del macro indice della regione, passa per il ranking delle singole stock in base al rating ESG di Sustainalytics (leggi la metodologia per saperne di più), e si conclude con la selezione dei titoli best-in-class (il primo 50% delle azioni in base alla graduatoria di sostenibilità) e il conseguente ribilanciamento settoriale e regionale, in modo da evitare che vi siano eccessive differenze che possano falsare il confronto (leggi la metodologia Morningstar sugli indici di sostenibilità).

Ripartizione geografica
Guardando alla ripartizione geografica del portafoglio non stupisce che il Sustainable Index sottopesi fortemente il Regno Unito (-10,63%). Nell’ultimo periodo diverse società britanniche come HSBC e Shell sono state infatti coinvolte in scandali fiscali e ambientali che hanno pesato sul “Controversy Score” della regione (guarda il Morningstar Sustainability Atlas di aprile).

Significativa è anche la differenza nell’esposizione al mercato russo, le cui società si posizionano agli ultimi posti per controversie aziendali e in base ai parametri ambientale, sociale e di governance. Le controversie penalizzano anche Italia e Germania. Titoli molto pesanti sull’indice Europe, come Eni e Volkswagen, sono stati protagonisti negativi in questo senso e dunque esclusi dal gruppo dei “best in class” che compongono l’indice ESG.Sustain PAESE

Ad essere premiati dall’Europe Sustainable Index sono invece Francia e Svizzera, su tutti, e a seguire Spagna e i paesi del Nord Europa (Danimarca, Svezia, Olanda e Belgio). Le società transalpine prendono i voti più alti in tutte e tre le metriche E,S e G e questo spiega perché l’indice “sostenibile” sovrappesi il mercato francese di ben tre punti percentuali rispetto al Morningstar Europe Index. L’ottimo posizionamento nello score Enviroment di Sustainalytics è valso alla Svizzera un premio in termini di esposizione di ben due punti percentuali. Il + 1,89% della Spagna è motivato dall’elevato punteggio nelle politiche sociali, mentre le ottime valutazioni ottenute sulla governance aziendale spiegano la maggior presenza dei paesi nordici.

Ripartizione settoriale
Dal confronto della ripartizione settoriale dei due indici si nota come il Morningstar Europe Sustainable sottopesi i comparti finanza (-2,23%) e salute (-1,36%). Tre delle top 10 holdings del Morningstar Europe sono infatti società farmaceutiche, anche se tra le prime 10 posizioni dell’indice di sostenibilità è presente Novo Nordisk, società danese considerata una delle leader ESG nel settore.

L’indice “sostenibile” è invece più sbilanciato sui consumer defensive (+1,43%), nonostante i criteri di selezione impediscano di inserire le aziende che ricavano dalla vendita del tabacco più del 50% del loro fatturato. Tra i primi 10 titoli del paniere troviamo Nestle, AB InBev e Diageo che pesano complessivamente per l’8% sul totale, mentre nella top 10 holding del Morningstar Europe c’è British American Tobacco.

Sustain SETTORI 1

 

Top 10 holdings

Top 10 holdings

 

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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