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Fondi: le stelle Morningstar per cominciare con il piede giusto

Sono una bussola per gli investitori che cercano i comparti meno costosi, con un più basso livello di rischio e una minore probabilità di essere liquidati.

Sara Silano 08/09/2017 | 09:57
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Le stelle sono una buona guida per gli investitori in fondi? A chiederselo sono stati gli analisti di Morningstar, che hanno messo alla prova la metodologia di rating più conosciuta tra i risparmiatori. Lo studio è stato condotto da Jeffrey Ptak, direttore globale della ricerca, sull’universo americano, dove si è potuto considerare un più esteso intervallo temporale, ossia dal luglio 2002 (quando è stato adottato il sistema attuale) a maggio 2017.

Il low cost dei cinque stelle
Un primo dato, sicuramente meritevole di nota in vista dell’entrata in vigore della direttiva comunitaria MIFID II, è la capacità delle stelle di indirizzare verso i fondi meno costosi. “Usando i dati storici sui net expense ratio (indicatori sintetici di spesa, Ndr) presenti nei report annuali dei prodotti, abbiamo scoperto che i comparti con più alto rating sono costantemente stati in una fascia commissionale più bassa di quelli con valutazione inferiore”, spiega Ptak. “Nel periodo considerato, la differenza di costo è stata in media di 0,60 punti base tra i cinque e una stella e il gap non si è chiuso neppure recentemente”.

Le stelle Morningstar indirizzano verso i fondi meno costosi

Fonte: Morningstar Direct. L’universo comprende tutte le classi di fondi americani aperti, inclusi quelli liquidati, ma esclusi i fondi di fondi.

Inoltre, lo Star rating tiene gli investitori lontani dai fondi con alte commissioni di ingresso e/o uscita. Anche queste ultime, infatti, rappresentano un costo che riduce il rendimento totale del portafoglio. Dal 2002 ad oggi, il numero di società di gestione che applica le cosiddette load fee è sensibilmente diminuito, tanto è vero che da ottobre 2016, questa voce non rientra più nel calcolo del rating.

Molti studi hanno dimostrato come le spese, non solo abbiano un impatto sulle performance, ma siano anche indicatori affidabili del comportamento futuro di un prodotto di risparmio, per cui è sempre bene evitare di pagare più del necessario.

Rapporto tra Star Rating e profili commissionali dei fondi

Fonte: Morningstar Direct. L’universo comprende tutte le classi di fondi americani aperti, inclusi quelli liquidati, ma esclusi i fondi di fondi.

Meno rischio
Lo studio rivela anche che i fondi con quattro o cinque stelle soffrono meno i ribassi dei mercati (volatilità negativa) e hanno minori probabilità di essere liquidati o fusi in altri comparti. “Possiamo dire, dunque, che i prodotti con più alto rating sono più facili da tenere in portafoglio”, argomenta Ptak. Infatti, essendo meno volatili, riducono le probabilità di fughe emotive da parte degli investitori. Allo stesso tempo, essendo più longevi, non obbligano i sottoscrittori ad alti turnover causati dalla loro chiusura. 

Rapporto tra Morningstar Star Rating e probabilità di chiusura di un fondo

Fonte: Morningstar Direct. L’universo comprende tutte le classi di fondi americani aperti, inclusi quelli liquidati, ma esclusi i fondi di fondi.

Caduta di stelle
Le stelle sono la pagella dei fondi, ossia una valutazione della loro performance aggiustata per il rischio e i costi in un determinato periodo di tempo. Non vanno quindi intesi come un indicatore predittivo dei risultati futuri. E’, però, possibile verificare la loro consistenza nel tempo. In particolare, lo studio ha calcolato quanti comparti con i diversi gradi di rating hanno successivamente peggiorato o migliorato la loro posizione. “Abbiamo notato che è più probabile che i fondi con quattro o cinque stelle mantengano un giudizio elevato nel tempo piuttosto che scendano a una o due stelle”, dice Ptak. “Raramente, invece, i peggiori migliorano negli anni successivi all’assegnazione del rating”. Il trend, comunque, non è omogeneo: è più evidente nelle categorie bilanciate e obbligazionarie; meno in quelle azionarie”.

Test del Morningstar Star Rating: chi perde stelle

 

Test del Morningstar Star Rating: la resistenza dei 4-5 stelle

Per entrambi i grafici: fonte: Morningstar Direct. L’universo comprende tutte le classi di fondi americani aperti, inclusi quelli liquidati, ma esclusi i municipal bond e gli alternativi.

Un buon punto di partenza
Lo Star rating, pur con i suoi limiti, può essere utile agli investitori nella ricerca di un fondo da mettere in portafoglio. Nell’utilizzarlo è bene ricordare che è una misura puramente quantitativa, calcolata sui rendimenti passati aggiustati per il rischio e i costi su orizzonti di tre, cinque e dieci anni (la sintesi è nell’Overall rating). E’ assegnato all’interno di categorie omogenee di prodotti, secondo una distribuzione a campana: al miglior 10% dei fondi vanno cinque stelle, al successivo 22,5% quattro stelle, quindi al successivo 35% tre stelle, all’ulteriore 22,5% due stelle e all’ultimo 10% una stella. L’aggiornamento è mensile. I test recenti e passati hanno dimostrato che lo Star rating è un buon punto di partenza per la selezione dei fondi, da integrare con altre valutazioni più qualitative che possano cogliere le potenzialità prospettiche, come l’Analyst rating. Quest’ultimo, composto da cinque gradi di giudizio (Gold, Silver, Bronze, Neutral e Negative) viene assegnato dal team di ricerca di Morningstar sulla base dell’analisi delle società, dei team e dei processi di investimento, dei costi e delle performance (per saperne di più clicca qui).

L'analisi è stata realizzata con la piattaforma per professionisti finanziari, Morningstar Direct. Clicca qui per saperne di più sulle sue funzionalità.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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