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Cosa sono i fondi Ucits alternativi

Utilizzano strategie simili a quelle degli hedge fund, ma con importanti differenze. Possono essere fonte di diversificazione del portafoglio; tuttavia è bene prestare attenzione al processo di investimento e ai costi.

Sara Silano 20/11/2017 | 09:01
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I fondi Ucits alternativi sono organismi di investimento collettivo del risparmio, armonizzati alla direttiva comunitaria Ucits IV (2009/65/CE), che utilizzano strategie e asset class un tempo confinate nei portafogli degli hedge fund e quindi non accessibili a gran parte dei risparmiatori (per legge la quota minima di sottoscrizione degli hedge fund è di 500 mila euro e non possono essere oggetto di sollecitazione all’investimento).

I fondi Ucits alternativi possono essere commercializzati, su base transfrontaliera all’interno dell’Unione europea, sia alla clientela retail, sia istituzionale, previa registrazione presso l’autorità di vigilanza di uno stato membro (ad esempio la Consob). Possono strutturarsi anche come fondi di fondi.

Il formato Ucits ha lo scopo di renderli più adatti ai piccoli investitori, in quanto prevede una serie di vincoli e tutele che non sono presenti negli hedge fund, quali limiti nell’uso della leva, nella concentrazione e nella partecipazione a strumenti illiquidi, nonché nel ricorso allo short.

Le principali strategie alternative
Questa tipologia di fondi può detenere sia classi di attività tradizionali, sia derivati (future o opzioni). L’esposizione valutaria è generalmente gestita attivamente. Morningstar classifica gli alternativi in diverse categorie a secondo del loro approccio. Le principali sono: long/short equity o debt (assunzione di posizioni corte o lunghe sui titoli azionari o obbligazionari), market neutral (esposizione neutrale rispetto all’andamento del mercato), volatility (la volatilità è negoziata come una qualsiasi attività finanziaria), global macro (il gestore utilizza un approccio top-down per sfruttare i movimenti macro del mercato), currency (investimento in valute attraverso strumenti del mercato monetario e derivati), event driven (traggono profitto dai cambiamenti di prezzi dei titoli a fronte di eventi particolari come fusioni e acquisizioni, crisi, ecc.), systematic future (investimento in future e opzioni, seguendo modelli sistematici), arbitraggi (ricerca delle discrepanze di prezzi tra diversi strumenti finanziari). Ci sono, infine, fondi, cosiddetti multi-strategy, che combinano i diversi approcci tra loro.

Come sceglierli
Uno dei principali motivi per sottoscrivere i fondi alternativi è la diversificazione rispetto alle asset class tradizionali. Nel decidere se mettere in portafoglio questi prodotti, quindi, è sempre bene verificare il grado di diversificazione che possono garantire.

Mike Coop, responsabile dei portafogli multi-asset di Morningstar investment management (MIM), suggerisce tre domande che un investitore si deve porre: la strategia di investimento è chiara? Porterà a una effettiva diversificazione in una fase di crisi? Quanto valore può aggiungere al portafoglio al netto delle commissioni di gestione?

“E’ importante scegliere strategie che completino piuttosto che replicare un fondo attivo azionario o obbligazionari tradizionale”, dice Coop. “La differenza si vede soprattutto nelle fasi di ribasso dei mercati, per cui è bene verificare come si comporta un prodotto alternativo in tali situazioni”.

Attenzione ai costi
La promessa di un rendimento svincolato dall’andamento delle Borse non significa che i liquide alternative sono privi di rischio. I fattori che guidano la performance sono tre: i ritorni derivanti dall’esposizione al mercato, l’excess return dato dalle decisioni del money manager e i costi. Quest’ultimo aspetto è il più delicato perché spesso tali strumenti sono più cari di quelli tradizionali e prevedono fee di incentivo.

“Nella nostra esperienza, i migliori risultati si ottengono se si adotta un approccio disciplinato e selettivo alla scelta dei fondi alternativi”, dice Coop. “Queste strategie possono migliorare il profilo di rischio/rendimento di un portafoglio, ma è bene non dare per scontato che lo facciano sempre. Anche perché i vincoli imposti dalla normativa limitano il range di opzioni a disposizione del money manager rispetto all’universo degli approcci alternativi”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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