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Il 2017 negli indici Morningstar. E il 2018 in prospettiva

Nell’ultimo anno, gli azionari emergenti hanno battuto i mercati sviluppati per performance in euro, nonostante il tasso di cambio. I tecnologici ringraziano il rally del segmento online e delle big americane. Male gli energetici e le telecomunicazioni, che però restano il settore con le valutazioni migliori.  

Francesco Lavecchia 21/12/2017 | 09:38
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Il 2017 visto dagli indici azionari Morningstar vede gli emergenti battere i mercati sviluppati, grazie ai listini asiatici, mentre i tecnologici devono il loro primato ai big dell’online. L’indice Morningstar Emerging Markets si è guadagnato il primato dei mercati azionari mondiali nel 2017 grazie all’ottima performance (+16,33% in euro al 17 dicembre 2017) delle Borse dell’Asia emergente (che contribuiscono per il 43% al risultato del benchmark). Una risultato importante considerando il ruolo giocato dal negativo andamento dei tassi di cambio. I contributi di Cina (che pesa per il 32,18%) e India (che pesa per il 15,8%) sono stato infatti attenuati dal deprezzamento dello yuan (-10%) e della rupia indiana (-7%) nei confronti della moneta unica. 

Rendimento del mercato azionario per regioni nel 2017
Returns markets direct 11

 

Gli emergenti ringraziano hi-tech e finanza
Prezioso è stato il contributo offerto dai settori tecnologia e finanza, che rappresentano il 50% della capitalizzazione di mercato dell’indice Morningstar EM e che nel periodo considerato hanno guadagnato rispettivamente il 36,1% (in euro) e il 16,1% (in euro).

Nell’hi-tech spiccano le performance di Tencent Holdings e Samsung Electronics. La prima, un conglomerato di attività che comprendono lo streaming di eventi sportivi e musica, i social network, i giochi, le applicazioni per la navigazione, l’istruzione e le piattaforme di pagamento, ha visto salire le sue quotazioni di Borsa dell’86% (in euro al 17 dicembre), ma nonostante questo continua a essere scambiata a un tasso di sconto del 20% rispetto al fair value Morningstar di 492 HKD (report aggiornato al 16 novembre 2017). Samsung Electronics, leader mondiale nel mercato dei dispositivi mobile, ha guadagnato nello stesso periodo quasi il 40% (in euro), ma ora viaggia in linea con il fair value di 2,500,000 won sudcoreani (report aggiornato al 12 ottobre 2017).

Mercati sviluppati penalizzati dall'euro  
Più basso è stato il rendimento dell’indice Morningstar Developed Market, che è rimasto staccato di circa 10 punti percentuali rispetto all’EM (+5,34% in euro) anche a causa del deprezzamento delle divise delle principali regioni rispetto all’euro. Stati Uniti, Giappone e Regno Unito pesano rispettivamente per il 57,72%, 10,25% e 6,5% sul benchmark, ma le loro performance sono state penalizzate dalla perdita di valore delle loro monete nei confronti di quella comunitaria. Il mercato azionario Usa è cresciuto del 18% (in USD) negli ultimi 12 mesi, quello giapponese del 15% (in JPY), quello britannico del 7,8% (in GBP), ma convertiti nella valuta continentale questi risultati sono scesi rispettivamente a +4,42%, +7,65% e +2,67%.

Anche sui listini di Wall Street hanno brillano le grandi aziende high-tech, come Apple (+52,33% in USD), Microsoft (+41,32% in USD), Amazon (+54,95%) e Facebook (+49,44%). Bene i gruppi finanziari JP Morgan Chase (+25,79% in USD) e Visa (+44% in USD), mentre sono indietreggiati gli energetici, a partire da Exxon Mobil che ha perso oltre il 5% (in USD).

Il rally prolungato delle Borse newyorkesi ha fatto lievitare le quotazioni e ora, ad eccezione del settore telecom, tutti i comparti sono scambiati a prezzi più alti rispetto al fair value. Risultato analogo per il mercato giapponese, che però, a differenza dell’indice Morningstar US Market, ha come principale detrattore di valore il comparto finanza che ha risentito della brutta battuta d’arresto da parte di Mitsubishi Financial Group (-5% in JPY).

Il mercato UK ha pagato invece il negativo andamento dei settori salute e utility (insieme contano per il 15% del totale) che, penalizzati dalle forti perdite riportate da società come GlaxoSmithKline, Shire e Centrica, hanno ceduto rispettivamente il 4,9% (in euro) e il 13,6% (in euro). Positivo, comunque, l’apporto dei comparti finanza e beni di consumo difensivi.

Tecnologia e materie prime i best performer
Sul fronte dei settori economici, i tecnologici vincono per distacco nonostante l’effetto tasso di cambio. Sull’indice Morningstar Global Technology, Usa e Giappone pesano complessivamente per quasi l’80% e il negativo andamento di dollaro e yen nei confronti dell’euro non hanno impedito al benchmark di salire del 21,7% (in euro). A guidare i rialzi sono state le americane Apple, Microsoft e Facebook e le asiatiche Tencent e Samsung e, complici questi risultati, le migliori occasioni di investimento sono ora tra le stock dei listini giapponesi con Nintendo, TDK e Panasonic, scontate tra il 20 e il 15%. Il settore, nel suo complesso, è scambiato a un rapporto Prezzo/Fair value (P/FV) medio di 1,11.

Il secondo miglior performer a livello settoriale è stato il comparto delle materie prime, che nel periodo in oggetto ha guadagnato il 7,8% (in euro). Il benchmark, diversamente da molti altri, è riuscito a neutralizzare parzialmente l’effetto dell’euro grazie alla sua larga esposizione al mercato europeo (20%). Tra le stock che hanno realizzato i guadagni maggiori spicca Glencore PLC (+35,4% in GBP), mentre l’americana Monsanto ha ceduto il 13,4%. Il settore è scambiato al momento a un rapporto P/FV di 1,07, ma nonostante questo non mancano le occasioni di investimento come l’americana Martin Marietta Materials (P/FV di 0,79, report aggiornato al 2 novembre 2017).

Rendimento dei settori economici nel 2017
Returns sectros direct 11

Energia fanalino di coda
L’indice Morningstar Global Energy è stato il peggiore, registrando una perdita superiore al 12% (in euro). Sulla performance del comparto, però, oltre ai demeriti propri, hanno pesato fattori esterni come lo sfavorevole tasso di cambio in seguito alla forte esposizione agli Usa (48,7%) che insieme al Regno Unito contano complessivamente per oltre il 70% della sua capitalizzazione di mercato.

Tra i titoli che hanno maggiormente inciso sul rendimento negativo ci sono quelli delle americane Exxon Mobil (-5,6% in USD), Schlumberger (-23,27% in USD) e Enbridge (-8% in USD). Male anche il settore telecom, che nel periodo in esame ha ceduto il 4,4% (in euro). I telefonici restano comunque gli unici a livello globale a essere scambiati sotto la parità rispetto al fair value. Numerose sono le occasioni di investimento secondo gli analisti di Morningstar, dalle europee Telecom Italia, BT Group e Millicom International Cellular alle asiatiche China Mobile e SoftBank.

 

 

 

 

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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