C’è moat e moat. Mischiare in maniera diversa gli elementi che compongono il vantaggio competitivo e leggere i risultati alla luce delle performance di bilancio può aiutare gli investitori a cercare rendimento fra l’equity. “Abbiamo fatto un’analisi, utilizzando i diversi rating relativi al moat e gli elementi che lo compongono (vantaggio di costo, economie di scala, effetto network, asset intangibili e costi di switch, Ndr) per capire quali rendimenti gli operatori si possono aspettare quando investono sui titoli che copriamo con la nostra ricerca”, spiega Andrew Lane, responsabile dell’Economic moat committee di Morningstar. “Abbiamo scoperto che non tutti i vantaggi competitivi sono uguali e che alcuni elementi portano a migliori performance finanziarie rispetto ad altri”.
Le aziende con un vantaggio competitivo Ampio (Wide) sono più profittevoli di quelle che lo hanno Medio (Narrow) o non lo hanno (No moat)
Il risultato non è una sopresa considerato che il rendimento rispetto al capitale investito è uno degli elementi fondamentali che gli analisti prendono in considerazione quando devono calcolare il moat.
Analisi profitti in base al moat
Le società Wide moat spesso beneficiano di diverse fonti di vantaggio competitivo
“Il risultato è intuitivo, visto che la presenza di un alto numero di fonti di moat conduce a maggiori profitti sostenibili nel tempo”, dice l’analista. “Le nostre ricerche indicano che il 75% della società con un vantaggio Ampio ottengono il loro moat da più di una fonte. Fra quelle Narrow sono il 60%.
Wide e Narrow moat a confronto con le fonti di vantaggio competitivo
Le combinazioni più frequenti di moat
Le società che benficiano di diverse fonti di moat hanno migliori performance finanziarie rispetto a quelle che ne hanno una sola.
Maggiori sono le barriere all’entrata dei concorrenti che è capace di mettere in piedi una società, minori sono i rischi che il suo vantaggio competitivo sia compromesso. Ne deriva che la profittabilità è sostenibile.
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