Il Moat crea valore, ma bisogna avere pazienza. Grazie a un diverso bilanciamento settoriale e a un’attenta selezione dei titoli, l’indice Morningstar Wide Moat Focus batte il mercato di riferimento*. L’extra-performance è tanto più grande quanto più ampio è l’orizzonte temporale che si prende in considerazione (vedi tabella).
Tabella: Wide Moat Focus Index vs US Market (rendimenti %)
Questo a dimostrazione di come il mercato abbia bisogno di tempo per riconoscere e incorporare nelle sue valutazioni il vantaggio competitivio di un’azienda.
Grafico 1: Indice Wide Moat Focus vs Morningstar US Markets (10 anni)
L’analisi delle performance storiche ci permette, inoltre, di rilevare come al variare dell’ampiezza del periodo che si prende in esame cambi anche il peso delle componenti che determinano la sovraperformance. Nella fattispecie, più ampio è l’intervallo temporale, più la variabile legata alla selezione dei titoli risulta determinante, mentre quella relativa all’allocazione per settore diventa sempre più marginale.
Confronto a 10 anni
Se prendiamo in esame due interi cicli economici e mettiamo a confronto le performance dei due indici, notiamo che il gap sfiora i 100 punti percentuali e che i quattro quinti di questo differenziale sono imputabili alla selezione delle società con una forte posizione di vantaggio rispetto ai competitor (effetto selection). Meno del 15%, invece, deriva dall’allocazione del capitale tra i diversi settori rispetto al benchmark (effetto allocation).
Grafico 2: Effetto Selection/Allocation 10 anni
Nella fattispecie, nel decennio, l’indice Wide Moat è stato premiato dall’aver sovrappesato i settori salute e beni di consumo ciclici del 5% rispetto al mercato di riferimento. I due comparti hanno sovraperfomato il benchmark rispettivamente del 67% e del 126% contribuendo al rendimento dell’indice Wide Moat per il 7,5% e per il 4,76%. Ha sottratto valore, invece, l’aver sottopesato i tecnologici, che nel periodo in esame hanno reso più del 100% rispetto alla media del mercato americano.
Guardando all’effetto selection rileviamo l’alto contributo offerto dal recupero dei finanziari (e in particolare di American Express) e dal titolo Amgen. Le azioni della società leader nel settore delle carte di credito hanno sovraperformato il benchmark del 72% negli ultimi dieci anni contribuendo per il 12% alla performance totale dell’indice Wide Moat, mentre l’esposizione alla società biotech ha prodotto un rendimento superiore all’8%.
Confronto a tre anni
Restingendo l’intervallo temporale a tre anni notiamo che il gap tra i due indici si riduce a 12 punti percentuali e che l’effetto prodotto dallo stock picking è più basso, anche se ancora prevalente.
Grafico 3: Effetto Selecion/Allocation 3 anni
Guardando all’allocazione settoriale dei pesi del Wide Moat index, rileviamo come abbiano premiato sia scelte “positive”, come quella di sovrappesare il settore beni di consumo ciclici (+9,27% rispetto all’indice Morningstar US Market), che quelle “negative”, cioè di sottopesare i comparti beni di consumo difensivi e il real estate che nel periodo considerato hanno sottoperformato l’indice rispettivamente del 17% e 40%. Infine, è stata penalizzante la scelta di avere un’esposizione minore sui tecnologici che, invece, hanno superato il benchmark di 3.200 punti base.
L’effetto selection ha beneficiato dello stock picking nel settore energia, come nel caso di Spectra Energy e Core Laboratories, e in quello tecnologico (Autodesk e Applied Materials). I primi due hanno sovraperformato il benchmark del 31% e del 25% contribuendo complessivamente per circa il 3% del rendimento dell’indice Wide Moat. Le due stock nel comparto high-tech hanno reso rispettivamente 3.200 e 6.400 punti base in più rispetto al mercato americano regalando all’indice Wide Moat un rendimento del 3,4%.
Il Moat perde valore nel breve termine
Infine, prendendo in considerazione gli ultimi sei mesi vediamo che il differenziale tra i due indici si riduce ulteriormente diventando marginale (pari solo allo 0,8%) e la componente legata alla selezione dei titoli sottrae valore invece che crearlo. Se, infatti, il sovrappeso del settore beni di consumo ciclici e il sottopeso di difensivi e utility ha dato un contributo positivo alla performance dell’indice Wide Moat, la sovraesposizione ad alcuni titoli nel comparto healthcare come Allergan, Petterson Companies e CVS Health, che nel periodo preso in considerazione hanno largamente sottoperformato il benchmark, hanno penalizzato il suo rendimento rispetto a quello del mercato americano.
Grafico 4: Effetto Selection/Allocation 6 mesi
*: Il paniere dell’indice è composto da 20 società tra quelle appartenenti al benchmark Morningstar US Market che presentano un elevato vantaggio competitivo (Moat pari a Wide) e il rapporto Prezzo/Fair value più basso (leggi la metodologia del Morningstar Wide Moat Focus Index).
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