Restare concentrati sul lungo periodo. Anche se alcune scivolate delle Borse, nel breve termine, possono far venire i sudori freddi. E’ questo il consiglio che arriva dai gestori di Morningstar investment management (MIM) agli investitori che si muovono sui mercati internazionali. “Il recente nervosismo delle Borse ha fatto vanire a galla parecchi dubbi fra gli operatori”, spiega Mark Preskett, portfolio manager di MIM. “Alcuni hanno visto la correzione come una buying opportunity. Altri come la conferma all’idea che le azioni, soprattutto negli Stati Uniti, siano troppo care e stiano per crollare sotto il peso delle loro valutazioni”. Secondo il gestore, tuttavia, bisognerebbe inquadrare la situazione delle Borse internazionali in una cornice un po’ più ampia.
“Gli utili a livello globale nel 2017 sono cresciuti del 18% rispetto all’anno precedente”, dice Preskett. “E, se diamo retta alle previsioni, per il 2018 dobbiamo attenderci un +10%. Una parte del merito va al settore delle commodity in ripresa. Ma anche il mercato del lavoro è forte e la fiducia dei consumatori sale. Per alcuni strategist questi sono tutti elementi che, di solito, non creano le condizioni per una discesa dei mercati”.
Luci e ombre
Non mancano le nuvole. Ad esempio la guerra commerciale inaugurata dall’amministrazione Trump (vedi i nuovi dazi sull’importazione di acciaio e alluminio), o gli eventi politici in Europa che lasciano con il fiato sospeso gli investitori. “Ma si tratta pur sempre di elementi di breve respiro e noi preferiamo ragionare sui numeri per avere una visione di più lungo periodo”, dice il gestore di MIM. “Prendiamo gli Stati Uniti. L’azionario Usa è cresciuto del 107% (in dollari) negli ultimi cinque anni fino a dicembre 2017. Nello stesso periodo, gli utili delle aziende Usa sono saliti del 15%. Questo ha creato una situazione di scarso equilibrio e ha fatto nascere forti preoccupazioni sul reale valore degli asset azionari più di qualsiasi preoccupazione politica di breve termine”.
Mercato e rendimenti Usa a confronto
“Dobbiamo convivere col fatto che le valutazioni su molti dei mercati globali principali siano sotto pressione”, dice Preskett. “Per questo suggeriamo di avere a disposizione una buona dose di liquidità per proteggere il capitale, ma anche per poter diversificare in quelle aree che convincono di più”.
Dove sono le opportunity
Dove bisogna cercare le opportunità per un’asset allocation di livello globale? “Ci sono zone di pericolo e alcune buone occasioni”, risponde Dan Kemp, responsabile investimenti di Morningstar Investment Management Emea. “Nell’Europa ex-UK, i Roe restano depressi in gran parte della regione, ma ci aspettiamo che la situazione nel lungo termine migliori. Per quanto riguarda il Regno Unito, bisogna dividere fra i due listini principali: le aziende del Ftse 100 hanno la possibilità di veder crescere gli utili; quelle del Ftse 250 mostrano un po’ di debolezza per quanto riguarda i fondamentali. Spontandosi nella regione asiatica, il Giappone è alle prese con riforme strutturali che possono dare una spinta agli utili. In confronto ad altre regioni sviluppate, inoltre, le valutazioni ci sembrano equilibrate. Le azioni australiane, invece, offrono scarse prospettive di lungo periodo a causa dei margini di profitto decisamente troppo alti. Per quanto riguarda gli emerging, zone poco amate dal mercato come l’Europa in via di sviluppo sono interessanti, mentre il Sudamerica e l’Asia hanno valutazioni troppo alte. Dal punto di vista dei fondamentali la Russia è da mettere nel mirino”.
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