Energia e utility al top in sostenibilità a Piazza Affari. L’analisi condotta sulle società italiane dimostra come i due comparti abbiano mediamente punteggi più alti nel Morningstar ESG Score (valore normalizzato del rating assegnato da Sustainalytics per rendere comparabili i titoli di diversi settori all’interno di un portafoglio). Materie prime, tecnologia e consumer defensive, invece, ricevono voti ampiamente sotto la sufficienza.
Gli energetici beneficiano dei punteggi elevati di Saipem ed Eni (rispettivamente 71.11 e 67.63 su 100), mentre tra le utility, i giudizi positivi di Terna, Edison, Acea, Snam, Enel, Hera e A2A, tutte sopra quota 60, compensano ampiamente le bocciature di Falk Renewables e Ascopiave (sotto i 40 punti).
Lo speciale podio ESG, in base ai giudizi del Morningstar ESG Score, vede sul gradino più alto Saipem, seguita da Intesa Sanpaolo (69,49) e Telecom Italia (67,98).
A Saipem il primato italiano in ESG
Secondo gli analisti di Sustainalytics, Saipem si piazza al terzo posto tra le società del comparto energetico coperte dalla loro ricerca (rating ESG pari a 79 su 100, aggiornato a novembre 2017). “Il gruppo italiano, attivo nell’industria dei servizi di costruzione e ingegneria per le compagnie oil&gas, ha implementato adeguate politiche di gestione delle problematiche ambientali. Comunica all’esterno le proprie metriche relative agli obiettivi in tema di ambiente e sul sociale e i rischi maggiori a cui è esposta. Cosa che ci fa essere fiduciosi sul fatto che sia pronto ad affrontare le sue sfide di sostenibilità”, dice Dana Sasarean analista di Sustainalytics.
“La minaccia più concreta al business di Saipem è rappresentata dalle indagini in merito a presunti episodi di corruzione, come dimostrano i procedimenti in corso e connessi a pregresse attività in Algeria e Brasile, tuttavia il management si sta impegnando concretamente per migliorare in questo senso e la creazione di un'unità di supporto legale anticorruzione con il compito di assistere le aree dell’azienda maggiormente esposte e la stesura di linee guida per prevenire casi di corruzione in joint venture ne sono la dimostrazione”.
Intesa Sanpaolo brilla per governance e sociale
Grazie a un rating ESG di Sustainalytics di 81 su 100 (report aggiornato a marzo 2017), Intesa Sanpaolo si posiziona tra le prime 20 banche a livello globale. Il gruppo italiano sovraperforma la media dei competitor sotto il profilo delle governance ed è leader nel sociale. Relativamente al primo aspetto, Intesa Sanpaolo ha dimostrato un grande impegno nel rispondere alle richieste della clientela attraverso l’offerta di servizi adeguati e di prodotti coerenti con i loro profili di investimento.
La banca invia dei questionari per valutare il grado di soddisfazione e utilizza l'intelligenza artificiale per migliorare l'esperienza di utilizzo dei servizi da parte degli utenti. Per quanto concerne, invece, le problematiche del sociale, la banca ha istituito un gruppo di lavoro per migliorare il processo di integrazione dei lavoratori e creare un ambiente di lavoro inclusivo. E’ inoltre riuscita a riassorbire 4.500 dipendenti dal 2014 al 2017 e ha finanziato programmi per facilitare la mobilità interna del personale e per migliorare la collaborazione e la comunicazione tra le filiali e la sede centrale.
Telecom Italia è nella top 4 del settore
Telecom Italia è la quarta miglior compagnia telefonica al mondo, in base al campione di aziende del settore coperto da Sustainalytics, grazie a un ESG rating di 80 su 100 (report aggiornato ad agosto 2017). Il merito di una valutazione così elevata è da attribuire alle performance nelle aree della governance e del sociale.
I rischi prevalenti per l’azienda italiana in ottica ESG sono legati all’etica nel business, alla possibile violazione della privacy sui dati dei clienti e alla necessità di valorizzare il capitale umano interno alla società. Telecom Italia opera in un contesto fortemente competitivo ed è dunque costretta a offrire prodotti innovativi per attrarre e mantenere i propri clienti, anche se in passato è stato già indagata per pratiche anticoncorrenziali in Italia a causa della sua elevata quota di mercato. La presenza prevalente nei paesi dell'Unione europea la rende soggetta al rispetto delle normative sulla protezione dei dati (GDPR, General Data Protection Regulation). Mentre la strategia aziendale la costringe a porre in atto le condizioni migliori per attrarre i talenti sul mercato del lavoro.
“A nostro avviso l’azienda è molto brava nella comunicazione all’esterno delle informazioni relative alla gestione dei rischi ESG e dei risultati raggiunti dall’azienda. Il dipartimento Corporate Shared Value monitora i programmi di sostenibilità e riporta direttamente al Consiglio di amministrazione e al Comitato controllo e rischi. La società ha definito delle politiche interne per tutelare la sicurezza dei dati dei clienti e garantire la conformità alle nuove normative, e ha messo in atto misure per ridurre i rischi associati alle pratiche anticoncorrenziali. Tenuto conto dei pericoli legati al modello di business e alle contromisure prese, assegniamo un giudizio positivo a Telecom Italia”, dice Matthew Barg, analista di Sustainalytics.
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